Monza, cos’è l’arte se diventa 2.0?Scopritelo alla Leo galleries

Sapete che cos'è il 2.0? E' il mondo dell'interazione diretta, quello in cui le barriere tra il soggetto e l'oggetto non sono più mediate da nessuno. In arte, il momento in cui è possibile diventare collezionisti. La proposta della Leo galleries di Monza. A partire da martedì 3 aprile.
Ecco l’arte per tuttidi ”Novecento 2.0″

Monza – Sapete che cos’è il 2.0? E’ il mondo dell’interazione diretta, quello in cui le barriere tra il soggetto e l’oggetto non sono più mediate da nessuno, perché chiunque – voi, per esempio – potete discuterne, parlarne, confrontarvi in modo diretto. Senza filtro.

Dunque: portiamo tutto questo nel mondo dell’arte. E del mercato dell’arte. Significa che per una volta non dovrete più fare i conti con le mostre e i musei, con le file e con i cataloghi, con i vorrei ma non posso. Certo, non è che si porta via un’opera d’arte con un ticket restaurant, ma chiunque abbia pensato di diventare collezionista potrebbe iniziare a farsene un’idea con la mostra di primavera organizzata dalla Leo galleries di Monza, che martedì prossimo, 3 aprile (alle 18), inaugura “Novecento 2.0”, una collettiva di artisti del Novecento – appunto – a prezzi accessibili. Vernice alle 18 e poi temporanea fino al primo maggio per il primo capitolo di una serie di iniziative analoghe (da martedì a sabato 10-13 e 14-19, via De Gradi 10, leogalleries.com).

Nel primo capitolo delle mostre dedicate al XX secolo opere di alcuni protagonisti della centuria appena chiusa, lavori su carta e terracotta: il cubano Wilfredo Lam e Osvaldo Licini, Umberto Milani da Milano e il comasco Mario Radice, Ottone Rosai e Mario Sironi, il mito arcorese d’adozione Nanni Valentini (Sant’Angelo in Vado, 1932 – Arcore, 1985) e il genio di Emilio Vedova, Arturo Vermi, che la Brianza l’ha frequentata a lungo.

«Da un’indicazione temporale e da un’etichetta digitale deriva per Leo galleries una sorta di dichiarazione d’intenti: rendere l’arte del secolo scorso accessibile non solo ai grandi collezionisti e agli addetti ai lavori, ma anche ai neofiti e alle tasche meno abbienti, ovvero a un insieme di “utenti” che richiedono una comunicazione dinamica e convincente per decidere di investire in nomi di artisti già storicizzati nel complesso panorama del mercato, dei musei, delle aste». Prezzo massimo, 15mila euro, per il resto tutto da scoprire.

«La galleria in questo modo riscopre gli aspetti più costruttivi della propria attività: l’indagine, la consulenza, la divulgazione, nonché il coinvolgimento di una fascia giovane di curiosi e appassionati – potenziali compratori – che oggi rischiano di guardare all’arte moderna come a un fumoso retaggio di gusto dei loro genitori o nonni». Gli esempi più vicini? L’ultima edizione di Affordable Art Fair (a febbraio di quest’anno) e l’Arte Accessibile Milano (prevista dal 12 al 15 aprile): «E’ necessario riflettere sulle esigenze più concrete di chi oggi si incammina sulla via del collezionismo d’arte – scrive la galleria di Monza – informazioni chiare ed esaustive sugli artisti, prezzi giustificati e percorsi tracciabili delle opere».
Massimiliano Rossin