Monza, catturato detenuto evasoVoleva rivedere i suoi due figli

Monza – È durata nove giorni la fuga di Antonio Santelli, il detenuto evaso lo scorso 21 agosto dal carcere di Monza. «Un colpo di testa», l’ha definito il direttore della casa circondariale, Massimo Parisi, «una decisione presa all’improvviso, dettata dal desiderio di rivedere i figli». E proprio la mancanza dei due bambini, di dieci e undici anni, ha spinto l’uomo, fino a quel momento detenuto irreprensibile, a lanciarsi in una fuga impossibile.

La latitanza di Santelli, cinquantasette anni, è terminata domenica mattina alle 11.40, quando gli agenti della Polizia penitenziaria, da subito impegnati nelle indagini, l’hanno avvistato sulla strada statale 170, in direzione di Calusco d’Adda, nella Bergamasca, mentre cercava di raggiungere l’abitazione delle sua compagna a Chignolo d’Isola, a pochi chilometri di distanza.

Per nove giorni, dopo la fuga, l’evaso ha vagato per i campi e le strade, trovando di volta in volta ripari di fortuna. Non ha mai contattato i suoi familiari, solo quella domenica mattina sarebbe andato da loro.

«Sapevamo dei rapporti non buoni tra Santelli e la sua compagna – spiega il comandante della Polizia penitenziaria dell’istituto monzese, Giuseppe Telesca -. Da tempo non li vedeva, dal momento che lei spesso non li portava ai colloqui. Siamo andati quindi praticamente a colpo sicuro, indirizzando le indagini verso la sfera familiare».

Santelli è stato portato in altro carcere, in attesa di un nuovo processo che lo vedrà imputato per il reato di evasione. Ai due anni che gli restano ancora da scontare, si aggiungerà quindi la condanna per l’evasione.
Sarah Valtolina