Monza, al centro massaggi cinese«l’extra costa venti euro in più»

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Monza – Maggiori controlli sulle attività che si svolgono all’interno dei centri massaggi cinesi a Monza. La Lega Nord propone una modifica della legge regionale (n.48 del 15/9/89) che disciplina l’attività di estetica chiedendo che anche i centri massaggi cinesi siano inseriti in questa categoria, sottoponendosi ai controlli previsti dalla normativa regionale. La richiesta di modifica della legge partirà direttamente dagli enti locali: il Comune di Monza, infatti, si impegna a deliberare una proposta ufficiale (dopo l’approvazione in consiglio comunale) da sottoporre alla Regione che è obbligata a discutere questa proposta di modifica entro 6 mesi.

Oggi, infatti, i centri massaggi asiatici non sono soggetti ai controlli e alle normative previste dalla legge regionale per i centri estetici che richiede precise qualificazioni e requisiti del personale impiegato, legge che devono rispettare i centri estetici che devono esporre diplomi e qualifiche del personale. «Negli ultimi anni i centri massaggi orientali sono spuntati come funghi- dichiara l’assessore alla Sicurezza, Simone Villa- i cittadini ci segnalano situazioni ambigue che gravitano attorno a queste attività: dobbiamo garantire che non vi sussistano casi di sfruttamento sul lavoro e che le norme igieniche vengano rispettate, per questo dobbiamo disporre degli strumenti legislativi per attivare i controlli».

Il consigliere regionale leghista, Massimiliano Romeo, è tra i fautori di questa proposta, sostenuta a livello provinciale anche dall’assessore alla Sicurezza, Luca Talice: «Le attività sul benessere delle persone vivono al di fuori dei controlli del Comune: i centri massaggi cinesi a Monza restano aperti anche fino a tarda sera, la richiesta di modifica della legge chiede che anche queste attività rispettino le regole». E’ anche una questione di concorrenza: «Dobbiamo tutelare le attività professionali italiane che, invece, rispettano le regole; la concorrenza che fanno i centri massaggi cinesi è spietata sui prezzi e non devono neanche sottoporsi alle regole che vengono imposte alle attività italiane – conclude Villa – non vogliamo colpire le attività cinesi che in molti casi sono qualificati, però dobbiamo poter controllare quelli non qualificati».
Andrea Trentini