Monza – Il Consiglio dei ministri nel decreto varato sabato 6 aprile, per quanto riguarda la Tares, dà ai Comuni la facoltà di intervenire sul numero delle rate e sulla scadenza delle stesse come previsto dal Salva Italia, prevede che a tutela del contribuente la deliberazione si adottata dai Comuni almeno trenta giorni prima della data di versamento. Viene altresì rinviato all’ultima rata relativa al 2013 il pagamento della maggiorazione di 0,30 euro per metro quadrato gia’ previsto dal Salva Italia.
Si iniziera’ a pagare a maggio in tre rate (maggio, settembre e dicembre), secondo quanto stabilito dal Governo e peserà più dell’Imu sulla prima casa: si tratta della Tares, che in media costerà ai contribuenti 305 euro a fronte dei 225 euro medi dell’Imu sulla prima casa. E’ quanto emerge dall’Osservatorio sulla fiscalita’ locale a cura della Uil Servizio Politiche Territoriali. Nel 2013 Tares e Imu peseranno per 33,1 miliardi di euro (916 euro medi pro capite).
Per le famiglie la nuova tassa sui rifiuti, nel 2013, porterà aumenti medi di circa 80 euro rispetto ai 225 euro medi pagati nel 2012, con la vecchia Tarsu o Tia (portando la somma complessiva a 305 euro). L’aumento si aggiunge a quello già verificatosi rispetto al 2011 (+ 2,4%) e agli ultimi 5 anni (+ 14,3%). Se per le famiglie l’aumento medio della Tares sarà del 37,5%, il gettito complessivo dell’incasso dei Comuni e dello Stato crescera’ del 23,8%, passando da 7,6 miliardi del 2012, all’incasso di 9,4 miliardi di quest’anno.
Il posticipo a dicembre in un’unica soluzione della maggiorazione per la parte dei servizi indivisibili dei Comuni – illuminazione pubblica, anagrafe, polizia locale – (30 centesimi al mq per tutti che possono diventare 40 centesimi), non risolve quello che è stato definito l’ingorgo fiscale estivo: il peso della tassazione è concentrato, infatti, tutto in questo mese quando ci sarà da versare anche il saldo dell’Imu. Per questo, spiega Guglielmo Loy, segretario Confederale Uil, è fondamentale ripensare l’intera politica economica e fiscale del Paese, “che metta al centro la questione di una diversa ripartizione del carico fiscale, permettendo alle famiglie, con un reddito fisso, di ‘riavere’ parte di cio’ che gli e’ stato prelevato rimettendo in moto quei consumi che sono una parte importante della nostra economia”.