Monza – C’è Marylin, in vetrina, che cattura l’attenzione del passante, anche distratto. Una Marylin circondata da palloncini rossi inneggianti all’amore, accompagnata da un giro di perle, da una goccia di Chanel numero 5, da un completo intimo nero, di pizzo. Ci sono, insomma, tutti gli ingredienti per catturare l’attenzione di tutti, uomini e donne. La vetrina è quella dello Spazio eventi Marco Monti Arte e Cornici di Via Volta 17. La Marylin è quella di un manifesto cinematografico, uno di quelli prediletti da Mimmo Rotella. E proprio a Rotella, celebre artista del 900 italiano, è dedicata la mostra organizzata da Marco Monti in collaborazione con Nadia Villa di Interior design: “Abbiamo voluto dedicare un ampio spazio a Rotella –spiegano i curatori- per offrire l’opportunità ai monzesi di conoscere un artista importante del panorama italiano”. Un’ottantina i pezzi esposti, da suddividere in opere uniche, disegni e multiple, distribuite in ambienti diversi della galleria così che anche il collezionista meno esperto possa orientarsi facilmente. Nella nicchia delle scale, poi, una chicca, una preziosità che non può sfuggire agli sguardi degli appassionati: “In questo spazio della galleria –spiega Nadia Villa- ho scelto, come altre volte, di collocare due delle opere più preziose, due dei primi décollage che Rotella realizzò nel 1954 e nel 1956”. Un’intuizione, quella del décollage, che risollevò l’artista calabrese (Catanzaro, 1918) da un momento di crisi artistica durante la quale abbandonò la produzione pittorica che, fino ad allora, lo aveva accompagnato nel suo peregrinare in Italia e all’estero: era il 1953 quando Rotella scoprì il manifesto pubblicitario come espressione artistica. Fu così che nacque il décollage, cioè l’arte di strappare manifesti pubblicitari dai cartelloni per rincollarli sulla tela, dopo averli scomposti in più pezzi. Da New York a Parigi e ritornando a Milano, la carriera di Rotella passò attraverso la tecnica dell’art-typo (prove di stampa scelte e incollate liberamente sulla tela), negli anni 70 e le blanks, negli anni 80 (manifesti pubblicitari azzerati, ricoperti di carta): “Ne abbiamo un esempio eloquente –tengono a chiarire Monti e Villa- che abbiamo scelto di presentare al pubblico circondato di carta stagnola spiegazzata, come fossero le luci della ribalta”. Luci, palcoscenici, riflettori di un mondo, quello del cinema, i cui protagonisti erano sempre protagonisti, anche delle sue opere d’arte, anche su manifesti strappati. Informazioni: Marco Monti arte e cornici, Via Volta 17, 039.323938, www.montiartecornici.it.
Elena Lampugnani
Mimmo Rotella a MonzaIn mostra il maestro di décollage
