Meda ispirò Bernardino Luini?Un volume conferma l’ipotesi

Meda ispirò Bernardino Luini?Un volume conferma l’ipotesi

Meda – Sono due medesi gli autori di un libro dal titolo “Villa Pelucca e gli affreschi di Bernardino Luini”. Si tratta di Alberto Ceppi e Luigi Antona Traversi e la pubblicazione – di quelle che van tenute in bella vista come un oggetto di valore nella libreria di casa – è stata presentata al pubblico lunedì scorso a Sesto San Giovanni proprio a Villa Pelucca.

La tesi – Gli affreschi del Luini, che oggi sono esposti niente meno che alla Pinacoteca di Brera, sono di grande pregio. Proprio in una delle opere più famose dell’artista – per l’esattezza il dipinto raffigurante “La raccolta della manna” – il professor Alberto Ceppi ipotizza che l’artista abbia colto spunto proprio da uno dei simboli della città di Meda: la meravigliosa piazza Vittorio Veneto, di recente sottoposta anche a vincolo storico-culturale dalla Regione Lombardia e, si spera, sempre più protetta e fruibile dai medesi.

La serata
– La serata di lunedì si è divisa in tre momenti fondamentali: “Ieri, oggi e domani”. «L’artista, ieri come oggi – ha commentato alla presentazione il professor Alberto Ceppi, fondatore del Rotary medese – si deve confrontare con uno spazio vuoto, una parete anonima o una tela bianca e sente l’esigenza di trasformare le proprie emozioni, contenuti e messaggi in un risultato esteticamente e formalmente bello. Ha in sé un impulso che lo porta a creare qualcosa che oltrepassi i limiti del tempo e dello spazio, che suggerisca quel valore di infinito e di eterno che i termini geografici dello spazio e il tempo storico impediscono di raggiungere. E Bernardino Luini con questi bellissimi affreschi ha raggiunto questo scopo. Sono passati 500 anni e questa sera noi siamo qui ad ammirare le sue opere che ancora ci parlano di storie antiche e ci trasmettono emozioni».

Il dipinto – Per gli amanti del ritorno al passato, il dipinto che raffigura la raccolta della manna caduta dal cielo è un’ottima occasione per cercare di immaginare la Meda che fu. Quella che nessuno ha mai potuto vedere. Guardando l’affresco si può tornare alla città del 1500 con il mercato e la piazza: due realtà pulsanti della vita quotidiana, oggi quasi scomparsi nella loro veste più sociale. La tesi per cui quella rappresentata ne “La raccolta della manna” sia proprio la piazza Vittorio Veneto sta anche nell’identificazione in altri affreschi del profilo di Montorfano e dei corni di Canzo: indicazione che avvicina l’artista alle zone della Brianza comasca.

Lo studio – Insomma, lo studio portato avanti da Ceppi e Traversi – che si è concretizzato in un libro anche grazie a tanti diversi apporti, tra i quali Maria Cristina Mombelli e Pier Mario Biava, Pietro Marani, Amedeo Bellini e Federica Alloggio – è davvero un gioiello per chi ama la storia, in particolare quella locale.
E.San.