Meda – Sono stati 113 i giorni di superamento della soglia limite del Pm10 nell’anno appena trascorso a Meda, in linea con i valori ottenuti nel 2011 (110) ma superiori alla media degli ultimi anni (104 giorni). Certamente ben oltre i 35 consentiti dalle direttive europee, che stabiliscono un limite di tolleranza quotidiana non superiore a 50 microgrammi al metro cubo e una media annuale delle concentrazioni dell’inquinante non superiori a 40 microgrammi. Valore, quest’ultimo, nettamente superato dagli oltre 45 sui quali si è attestata la centralina medese, ma sempre in linea con la media registrata negli ultimi anni (46).
Se Meda perde il confronto con le altre centraline brianzole – Monza (98 giorni) e Vimercate (62) – questo tuttavia non significa che la sua aria sia effettivamente più inquinata di quella di Monza, la cui stazione di rilevamento è «a fondo» – ovvero collocata relativamente lontano dalle emissioni, ma influenzata da quasi tutte le fonti inquinanti – a differenza di quella medese «a traffico» – posizionata in zona dove l’inquinamento prodotto dai veicoli è preponderante.
Questo, però, nulla toglie alla pessima condizione in cui versa l’intera Brianza, che di sicuro paga per la sua collocazione geografica, la pianura padana, tra i territori più inquinati d’Europa. A cui vanno ad aggiungersi il traffico urbano (in Brianza come a Meda circolano troppe auto) e il riscaldamento, i principali responsabili delle polveri sottili: il primo, infatti, in Brianza incide quasi al 50% sul totale delle polveri, il secondo intorno al 45%. Infine mancano delle serie politiche al riguardo, sia a livello nazionale che delle istituzioni locali, le quali nell’area padana dovrebbero lavorare di concerto.
Secondo l’indagine di Legambiente in soli dieci anni a Meda una superficie di trenta ettari, pari a 42 campi di calcio, è stata cancellata dall’urbanizzazione. Sono 593 gli ettari del territorio antropizzato (ovvero dove l’uomo è intervenuto sull’ambiente naturale attraverso, per esempio, la realizzazione di strade e edifici), corrispondente al 71 percento della superficie comunale.
Nicolò Cafagna