Lesmo – È durato quattro ore l’interrogatorio di Stefano Mauri davanti alla Procura federale nell’ambito dell’inchiesta sportiva sul calcioscommesse. Il calciatore della Lazio, indagato dalla Procura di Cremona e già ascoltato lo scorso 13 aprile dai collaboratori del procuratore federale Stefano Palazzi, è stato chiamato per fornire nuove spiegazioni sulla scheda telefonica intestata a Samanta Romano e utilizzata solo nel maggio 2011, proprio il periodo delle gare sospette Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, da tempo sotto i riflettori degli investigatori federali e della Procura di Cremona. “
Abbiamo confermato quanto già detto alla giustizia sportiva e ordinaria – ha spiegato Amilcare Buceti, legale di Mauri -. Abbiamo dato ulteriori specificazioni e stasera più che mai siamo convinti dell’estraneità di Stefano alle contestazioni. Un lungo interrogatorio? Lungo il giusto, non è emerso nulla di particolare. Siamo ottimisti, il ragazzo è sereno e basta vedere le performance in campo: ci sono tutti i presupposti perchè l’atleta esca bene da questa vicenda”.
“Mauri è sereno e non ha nulla da temere nonostante le vicissitudini che ha subito”. Con queste parole il presidente della Lazio Claudio Lotito ha commentato la posizione del centrocampista biancoceleste Stefano Mauri, ascoltato mercoledì per la seconda volta dalla Procura federale nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. “Non conosco i fatti – ha precisato Lotito parlando fuori dagli uffici della Procura in via Po – ma conosco la persona. E un ragazzo che va a Medjugorje, che va in chiesa, che prega e si comporta in una certa maniera non può essere un serial killer, a meno che non sia un dottor Jekyll e Mr. Hyde. Ma io credo che si tenda troppo ad amplificare mediaticamente certi fatti, interprentandoli a priori con una chiave di lettura sbagliata. La Lazio si è sempre battuta per il rispetto delle regole, ma purtroppo in questo mondo si fanno prima i processi mediatici e poi quelli reali, e questo è sbagliato”.