Monza – L’amore di Umberto I per la reggia di Monza è noto. Meno conosciuto invece il profondo legame tra Margherita e la reggia piermariniana, dono del suocero Vittorio Emanuele II in occasione delle nozze. È la stessa Margherita a descriverla come «casa nostra veramente, perché il re ce l’ha assegnata in proprio ». L’amore per quelle stanze dove la prima regina d’Italia soggiornò spesso dal matrimonio nel 1868 fino alla morte di Umberto, proprio a Monza il 29 luglio del 1900, traspare nella cura con cui Margherita scelse tappezzerie e decori, nell’entusiasmo con cui si occupò, insieme ad Umberto di rendere più moderno e accogliente il loro buen retiro.
È per questo che la mostra “Regina Margherita” in corso fino al 9 gennaio alla Reggia di Monza, non poteva trovare sede più adeguata: i dipinti, le sculture, gli arredi, gli abiti e i gioielli accompagnano il visitatore tra le stanze della villa, contenuto e contenitore riescono a fondersi in un unicum storico. Qui Margherita che ama la cultura, si diletta nella musica e si circonda di poeti, intellettuali e artisti che trovano il lei una fonte di ispirazione e un modello di grazia ed eleganza. Celebre la conversione di Carducci dalla fede repubblicana a quella monarchica dopo l’incontro con Margherita, ma anche D’Annunzio, Pascoli, Fogazzaro erano soliti partecipare ai “giovedì letterari” organizzati dalla regina. Margherita si profila come una donna forte, colta, elegante, consapevole dell’importanza del suo ruolo in un’Italia da poco unita, capace di essere sempre a fianco al marito negli impegni pubblici per riprenderne le distanze solo in privato a causa dei tradimenti di lui.
La mostra si snoda tra gli appartamenti reali, partendo proprio dal salotto della regina dove campeggia un ritratto di Margherita di Pasquale di Criscito e l’abito da ballo indossato nel ritratto. Si passa alla camera da letto dove è stato collocato un letto a due piazze proveniente dalla reggia di Caserta, un nuovo ritratto della regina e una splendida cappa da sera del 1890. Attraversando la sala da bagno, estremamente moderna per l’epoca, si arriva nel boudoir dove ha trovato posto la culla del principe Vittorio Emanuele III, unico figlio della coppia. Il vero punto di forza della mostra è il défilé di abiti della regina che occupano l’intero corridoio guardaroba. Accanto ai dodici modelli da sera e da passeggio, sei teche raccolgono gli oggetti più preziosi della collezione della real casa: una parure di corallo, i disegni per un paio di pendenti, il carnet da ballo della regina, un ventaglio e l’orologio da taschino.
Margherita detta la moda, tanto che una rivista femminile viene pubblicata proprio con il suo nome dal 1878 e si conia il termine margheritismo per indicare il gusto del tempo. La seconda parte della mostra attraversa gli appartamenti di Umberto e si chiude nella splendida biblioteca progettata dal Majnoni proprio per volontà dei primi sovrani d’Italia. Con un supplemento sul biglietto si visitano anche le sale di rappresentanza con una magnifica tavola apparecchiata con ventiquattro coperti con piatti e bicchieri con il nodo Savoia.
Rosella Redaelli