Marco Aurelio FontanaIl campione si racconta

Cesano Maderno – "Non mi pesa avere gli occhi addosso, dopo l’Olimpiade. Se la gente si aspetta qualcosa da me è perché sa ciò che posso dare. Io stesso dopo Pechino sono più convinto di me stesso, del fatto che i risultati non vengono per caso”. Marco Aurelio Fontana, protagonista assoluto della mountain bike italiana, racconta sé stesso, la sua passione per la bicicletta e i suoi sogni. Consapevole delle proprie potenzialità e delle attese che esse generano.

Il suo cammino, prima di essere tricolore di mountain bike e campione del mondo a staffetta, oltre che quinto alle Olimpiadi, è stato scandito di tante salite, tanto sudore. A partire dai 10 anni, quando ricevette in dono i primi pedali. “In mountain bike andavo a Rovegro, sul Lago Maggiore. Dai miei nonni. A Cesano correvo su strada, è così che ho cominciato”. Poi ha capito di essere più bravo degli altri con le “ruote grasse”. Non è stata però la facilità con cui vinceva tra sentieri e sterrati a farli abbandonare i tubolari da asfalto per dedicarsi all’mtb. “È stata la passione. La stessa che fa di Cesano e di un po’ tutta la Brianza una terra di ciclisti e di ciclismo. È quello il punto di partenza di tutto”.

L’intervista integrale a Marco Aurelio Fontana sul Cittadino di sabato 17 e di giovedì 22 ottobre