Luci dell’arte, ombre della folliaI disegni di Gino Sandri a Monza

Monza – E’ stata inaugurata sabato scorso e proseguirà fino al prossimo 19 luglio, all’Arengario, la mostra “Luci dell’arte, ombre della follia” con opere di Gino Sandri (1892-1959). Una mostra commovente, per la storia che trapela (anzi, si manifesta apertamente) dai disegni, talvolta impreziositi da china e acquarello. Storia di un artista ligure, trasferito prima a Milano poi a Ceriano Laghetto, che ha vissuto dai 32 anni in poi, recluso in istituti psichiatrici, anche per motivi politici. Da lì la sua vera follia, da lì la sua autentica arte: “Prima dei ricoveri a Villa Fiorita di Affori e al Mombello di Limbiate –ha ricordato Elena Pontiggia, curatrice della mostra- Sandri ha avuto modo di frequentare l’Accademia di Brera, conoscendo talenti come Wildt e Carrà. E ha avuto la fortuna di lavorare a lungo come illustratore. Un’arte che ha conservato, dando origine a quel disegno espressionista ben evidente nei suoi volti”. Volti di uomini, volti di donne con i quali condivideva le sue giornate da ricoverato. Volti tristi e vivi. Volti ridenti e sconsolati. Volti e sagome di amici, di chi ha vissuto una sofferenza comune a quella dell’artista: settanta disegni, alcuni accompagnati da commenti, frasi, aforismi, che raffigurano malati, degenti, infermieri, realizzati tra il 1927 e il 1949, anni dei ripetuti ricoveri di Sandri prima ad Affori e poi a Mombello. “C’è un pezzo di storia della Brianza –ha detto l’assessore provinciale Gigi Ponti al momento dell’inaugurazione- nelle opere di Sandri, c’è un pezzo di paesaggio, importante per la nuova provincia”. Importante come la sede che si è scelta per ospitare i disegni dell’artista brianzolo: “Non nascondo la difficoltà di trovare spazi espositivi nel nostro territorio –ha specificato l’assessore comunale alla cultura Alfonso Di Lio- ma per uomini importanti e artisti d’indubbia qualità come Sandri, abbiamo deciso di aprire le porte dell’Arengario, sede prestigiosa nel cuore del nuovo capoluogo”. Una mostra che si è potuta organizzare grazie al contributo dell’Associazione Gino Sandri: “Nella mostra e nel catalogo –ha commentato Paolo Conti, presidente dell’associazione- realizzati in occasione del cinquantenario della morte dell’artista, si racconta parte del suo doloroso cammino. Gli scritti e i disegni rivelano la vita di una moltitudine di persone che Sandri ha cancellato dell’oblio, che Sandri ha impedito rimanessero per sempre ai margini della storia”.
Elena Lampugnani

La mostra rimarrà allestita fino al 19 luglio, secondo il seguente calendario. Apertura ogni martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 19; giovedì anche dalle 21 alle 23; sabato e domenica anche la mattina dalle 10 alle 13. Lunedì chiusura tutto il giorno. Info: www.ginosandri.it oppure 02.96661302, 02.9600316.