Brugherio – «Maschi e femmine insieme! In quegli spazi così vasti, chissà cosa accadrà». Lo pensano, lo dicono e lo scrivono le mamme, figuriamoci le nonne, attonite di fronte alla novità epocale che da lunedì 11 giugno sconvolgerà gli oratori estivi di San Bartolomeo: per la prima volta nella storia della parrocchia ragazzi e ragazze trascorreranno le loro giornate insieme e non, come è sempre accaduto, in strutture ben separate.
I piccoli di prima e seconda elementare frequenteranno il Villaggio dei puffi allestito a Maria Ausiliatrice, i loro compagni dalla terza alla quinta andranno al San Giuseppe e gli adolescenti delle medie al Cgb. Rimarrà invece chiuso il cancello di Maria Bambina.
Proprio la scelta di organizzare il centro estivo al palazzetto di via Manin ha suscitato le perplessità, e anche qualche polemica, delle mamme preoccupate per gli effetti che potrebbe avere la coabitazione in luogo tanto grande, magari vissuta da qualcuno con spirito non proprio oratoriano. In una lettera, firmata da una sessantina di persone, hanno girato i loro timori al parroco don Vittorino Zoia suggerendo di spostare le attività negli spazi meno dispersivi di Maria Bambina.
Se i genitori sono preoccupati il sacerdote è stupito: «Solo a San Bartolomeo – commenta incredulo – gli oratori sono ancora divisi. Sono misti nelle altre parrocchie di Brugherio, in tutta Italia e, credo, in tutto il mondo. Cosa volete che succeda al Cgb? Niente, come non succede niente altrove». La reazione inattesa lo ha preso in contropiede: «Ho sentito le voci – aggiunge – qualche persona è venuta da me, mi ha portato la lettera. Ho spiegato e ora, mi sembra, le acque si sono chetate».
Don Vittorino ha scandito bene le parole: i ragazzi, compresi quelli più grandi, saranno sorvegliati dai sacerdoti, dalle suore, da alcune mamme e dagli educatori: «Cosa deve accadere?» ha domandato ancora, allibito.
«Gli adolescenti – ha fatto notare – sono insieme a scuola e non succede nulla. Peggio ancora, sono insieme sulla strada» lontano dagli sguardi degli adulti. «La novità – ribadisce a qualche giorno di distanza dall’incontro – non è campata in aria: è stata studiata per mesi e rientra in un progetto pastorale complessivo. Forse è mancata una comunicazione adeguata, ma da tempo le famiglie sanno che gli oratori saranno misti. Come ogni percorso, compreso quello del matrimonio, all’inizio può suscitare qualche timore ma nessuno sta affrontando la questione alla speraindio».
Poi allarga le braccia di fronte a una mentalità da paese, per non dire all’antica: «Dobbiamo guardare avanti – invita – a come ci si muove nelle altre parrocchie». E nelle altre, comprese quelle di San Carlo, San Paolo e Sant’Albino, lunedì maschi e femmine cominceranno l’oratorio insieme, senza che nessuno abbia nulla da obiettare.
Monica Bonalumi