Vimercatese – È stato sottoposto a una vera e propria punizione corporale, con l’obbligo a fare flessioni a terra, in classe, tra le risa generali, comprese quelle dell’insegnante di spagnolo che quell’obbligo gli ha imposto per le difficoltà dimostrate nel leggere e nel far di conto. È accaduto l’anno scorso in una scuola media del Vimercatese (non a Vimercate), ad Andrea, un ragazzo di 14 anni, affetto da dislessia, o meglio Dsa, disturbi specifici dell’apprendimento, circostanza nota alla scuola e al corpo docenti tutto. Dopo questi fatti, l’alunno è stato spostato in altra scuola dove ha sostenuto e superato l’esame di terza media.
Il caso è balzato alla cronaca giovedì sera, affrontato da “Le iene”, la trasmissione in onda su Italia 1 che ha dedicato un servizio alla vicenda sulla scorta della segnalazione inoltrata a dicembre dall’associazione italiana dislessia per denunciare l’accaduto, stigmatizzare gli eventi e sensibilizzare l’opinione pubblica su una sindrome ancora poco riconosciuta e al ruolo che soprattutto le istituzioni scolastiche dovrebbero, anche per legge, saper ricoprire con attenzione e competenza. In televisione i fatti li hanno raccontati direttamente i protagonisti, l’alunno e la madre, alcune compagne di classe, e l’insegnante che ha negato le circostanze. «Tutto è iniziato quando l’insegnante di spagnolo ha chiesto a mio figlio i compiti e quando tempo avesse impiegato a farli», ha raccontato la mamma. «Un minuto», ha detto Andrea, non fornendo evidentemente una risposta reale proprio perché la dislessia non permette una misurazione veritiera del tempo.
Da qui la situazione è trascesa. Con la docente a chiedere conto di tabelline e numeri, e con il ragazzo sempre più in difficoltà a rispondere. Fino alla richiesta di fare flessioni a terra. «Mi sono sentito umiliato -ha ricordato in televisione l’alunno- ridevano tutti», e una compagna ha confermato «era bruttissimo, quasi si metteva a piangere» e ha aggiunto di aver ricordato all’insegnante la dislessia del ragazzo. Invano. Circostanze che la docente, interpellata dalla stessa trasmissione, ha cercato di attenuare e di negare.
«Nella trasmissione di Mediaset è stata rilevata una grossa ingiustizia ai danni di uno studente dislessico delle scuole medie , sottoposto da un’insegnante ad esercizi ginnici (flessioni) come punizione per la mancata scorrevolezza nella lettura -ha precisato in un comunicato stampa l’associazione- La risoluzione degli episodi punitivi si è concretizzata nel trasferimento dello studente presso un’altra scuola, trasferimento caldeggiato dalla famiglia stessa del ragazzino, ed ottenuto nonostante la difficoltà legata all’imminenza dell’esame finale, al quale il ragazzino è stato infine ammesso nel nuovo istituto, secondo il protocollo stabilito dalla legislazione vigente sulla valutazione degli studenti». Perché una legge c’è. «Tale legislazione, infatti, tiene conto anche della presenza di eventuali disturbi dell’apprendimento, grazie all’applicazione delle dovute misure dispensative e compensative».
Anna Prada