Lo “smemorato” ritrova il nomeSi è risolto il mistero di Giulio

Lo “smemorato” ritrova il nomeSi è risolto il mistero di Giulio

Monza – Lo avevano chiamato Giorgio, ma per tutti è rimasto per giorni “lo smemorato”. A questo ragazzo sui 30-35 anni, ben vestito, dai modi gentili, con accento del luogo, è capitato quello che di solito succede solo al protagonista di un film: una domenica mattina è uscito di casa per comprare il giornale, ha perso conoscenza per strada e, quando si è ripreso, non ha ricordato più nulla di sé. Né il suo nome, se avesse o meno una famiglia o che lavoro facesse. Insomma, niente di niente. La sua memoria ripescava dal buio solo qualche dettaglio. E uno dei pochissimi ricordi rimasti avevano fatto pensare che lo smemorato potesse abitare nei dintorni di Concorezzo: «Ho una bicicletta Bianchi – aveva detto sicuro “Giorgio”, che per un equivoco era stato chiamato anche “Giulio” – e percorro abitualmente la tratta Concorezzo-Cremona, passando per Agrate».

Approdato la sera del 25 ottobre scorso al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo di Monza («Non so più chi sono, fatemi parlare con un medico», aveva detto), per dieci giorni “Giorgio” è stato sottoposto alle cure ma, visto che nessuno ne aveva denunciato nel frattempo la scomparsa, giovedì i medici del reparto di Psichiatria si sono decisi a lanciare un appello a giornali e tv, divulgando anche la fotografia del ragazzo.

Il mistero è stato risolto quasi subito. Alle 8 di sera, infatti, si è saputo che “Giorgio” si chiama in realtà Carlo Venturelli, ha 30 anni e non abita nei dintorni di Concorezzo, bensì a Muggiò. A permettere di identificare lo smemorato è stato un bambino, figlio di una conoscente della famiglia, che lo ha riconosciuto in tv e ha avvertito la mamma. Il padre del ragazzo poi ha chiamato il reparto di Psichiatria. Carlo ha potuto riprendersi la sua identità, ma la sua memoria è ancora un grosso buco nero. La sua malattia (“amnesia psicogena”, cioè la perdita di memoria dovuta ad un trauma) non gli ha permesso nemmeno di riconoscere il padre. Il giovane resta per ora nel reparto di Psichiatria.

e.c.