Lissone, è sano di menteil molestatore 65enne

LISSONE – E’ sano di mente Livio Villa, l’uomo già condannato per molestie e ancora sotto processo al tribunale di Monza con l’accusa di estorsione. Un’altra perizia psichiatrica effettuata sull’uomo, disposta dal giudice Italo Ghitti, ha confermato quella precedentemente voluta dalla collega Franca Anelli, che aveva condannato il 65enne di Lissone alla pena di due anni e cinque mesi di reclusione.

Su Villa pendono altre due accuse di estorsione nei confronti di una commerciante di Lissone, la stessa donna verso la quale nutriva una sorta di ossessione, costatagli la condanna pronunciata lo scorso mese di aprile, costringendo la donna a vivere scortata da due bodyguard che aveva dovuto mettere fuori dalla porte del suo negozio di arredamento. L’udienza di martedì è stata rinviata al 26 maggio. I fatti contestati, infatti, potrebbero gli stessi contenuti in un altro fascicolo aperto davanti al giudice Susanna Lomazzi.
In quel caso l’uomo dovrebbe essere giudicato da un solo giudice. Altrimenti i due fascicoli potrebbero essere riuniti in un solo procedimenti. I fatti che hanno portato alla condanna di Villa sono molto attuali in questo periodo, dopo l’introduzione del reato di "stalking".

La definizione di questa nuova fattispecie giuridica, era contenuta nelle motivazione del giuidice Anelli "le intrusioni nella vita altrui, appostamenti, inseguimenti, tentativi di comunicazione ripetuti ed indesiderati possono essere qualcosa di sporadico, oppure possono essere manifestazioni di un fenomeno psicologico e sociale conosciuto come ?sindrome del molestatore assillante".
La commerciante quarantenne di Lissone, per due lunghi anni è stata oggetto delle "attenzioni" ossessive di Villa. Tra i due non c’era mai stato alcun rapporto, al massimo un saluto ogni tanto, visto che si conoscevano di vista. I primi approcci erano stati fastidiosi, ma nulla di drammatico, poi un?escalation: ore di appostamento sotto il luogo di lavoro della vittima, pericolosi inseguimenti in automobile, baci furtivi sulla guancia della donna, minacce e danni.
(f. ber.)