Lissone – Sembrava di essere tornati indietro agli anni di Tangentopoli. Lissone e la sua piazza Craxi: la contestazione, monetine, slogan e insulti. Il più frequente: ladro. Oltre un centinaio di persone ha circondato, sabato scorso, il luogo dove era in programma l’intitolazione di un nuovo spazio pubblico all’ex leader socialista, impedendo di fatto che la cerimonia di svolgesse regolarmente. Nonostante lo spiegamento di forze dell’ordine, troppo alto il rischio di scontri (per altro non sono mancati spintoni placati dai carabinieri), cosicché i promotori dell’evento hanno dovuto giocoforza spostare l’inaugurazione al chiuso di Palazzo Terragni.
“La democrazia non è la stessa per tutti” ha preso parola al microfono il vicesindaco di Lissone e gran cerimoniere dell’evento Gabriele Volpe, tra la folla che gli impediva di parlare. Mentre il centinaio di ex socialisti ha aperto la cerimonia tra urla di “Vergogna, vergogna” e “Hammamet, Hammamet”, i manifestanti, separati soltanto dal cordone delle forze dell’ordine, hanno inalberato cartelli con scritto “No alla piazza che divide”, “Piazza Bettino Craxi statista/latitante”, “Craxi leader? No, lader”, “Via Craxi, politico corrotto e latitante”, “La prossima piazza intestatela a Ruby”. Le due targhe ufficiali che danno il nome di Craxi alla piazza sono state invece modificate dai manifestanti coprendole con cartelli adesivi con la dicitura “Piazza Sandro Pertini – Presidente degli Italiani”.
“Per noi è una cosa vergognosa, un insulto ai cittadini onesti – ha attaccato la senatrice Giuliana Carlino, capogruppo dell’Idv nella Commissione Lavoro di Palazzo Madama, presente a Lissone – è inaccettabile, indecente. Oggi intestiamo una piazza a Craxi, domani a Berlusconi e Ruby?”. Il Psi, garofani al vento, ha cercato di rivendicare le ragioni di una manifestazione ostacolata dal Pd, dalle liste civiche di opposizione di Lissone, dagli esponenti dell’Italia dei Valori capitanati dal consigliere provinciale Sebastiano La Verde, ma anche da semplici cittadini. Sul muro di un palazzo è comparso un grosso striscione con la scritta “ladro”, stesso aggettivo cancellato in tutta fretta sull’assalto della nuova piazza. Stefania Craxi, a Palazzo Terragni con la sorella dell’ex leader socialista, col l’ex sindaco socialista Paolo Pillitteri e altri esponenti vicini a Craxi, ha così commentato la contestazione. “Questo signori non hanno la levatura morale, politica e grammaticale per dire certe cose su mio padre”.
Elisabetta Pioltelli