Limbiate – Anche se da oltre dieci anni è costretto a stare a letto 24 ore su 24 e non riesce a respirare autonomamente a causa della distrofia muscolare di Duchenne, malattia degenerativa che lo ha colpito all’età di tre anni, Pietro Oliverio, 31enne del Villaggio Giovi, è molto legato alla vita ed è pronto a tutto per far valere i propri diritti. Anche a raccontare pubblicamente i danni subiti per l’intervento di un medico dell’Assistenza domiciliare di Desio. La delicata vicenda risale al 7 gennaio scorso. Quel giorno è in programma la visita di un dottore per la sostituzione della cannula tracheostomica. Si tratta di un’operazione ordinaria, che viene eseguita una volta al mese per questioni igieniche, ma mentre prima veniva effettuata dal personale dell’Asl di Garbagnate, con la nuova Provincia di Monza e Brianza è diventata di competenza dell’Assistenza domiciliare di Desio. Il medico incaricato però non riesce ad inserire la nuova cannula nella trachea e, preso probabilmente da timori, prova ad infilare un tubo in bocca per far respirare il giovane. Questo tentativo fallisce, provocando la rottura di due denti incisivi e una copiosa fuoriuscita di sangue. Fortunatamente in quel momento rientra a casa Tony, fratello 21enne di Pietro, che con freddezza nel giro pochi secondi inserisce la nuova cannula nella trachea. Dopo che il dottore si è allontanato, pur scusandosi per l’accaduto, nella villetta di via Leopardi arriva anche il 118 chiamato dalla famiglia per tamponare l’emorragia. «Se non fosse stato per mio fratello – spiega Pietro – sarei già morto. Il dottore si è scusato ma io adesso sono senza due denti, faccio fatica a mangiare e sono costretto a nutrirmi solo di cose liquide». Tramite una lettera scritta dal proprio legale, la famiglia ha illustrato la vicenda all’Asl 3 di Monza, ente da cui dipende l’Assistenza domiciliare di Desio. «Non abbiamo intenzione di attaccare il medico responsabile dell’accaduto – spiega Antonio Oliverio, padre di Pietro – ma chiediamo che venga rimborsata la spesa per rifare i denti. Mio figlio ha sempre avuto un incredibile forza d’animo al punto che in gioventù, nonostante avesse già il respiratore, ha continuato a giocare ad hockey in carrozzina. Adesso però, oltre ad avere problemi di masticazione, è rimasto traumatizzato dall’accaduto e non vuole più cambiare la cannula tracheostomica».
L’Asl – Interpellata sull’argomento, l’Asl 3 di Monza, tramite il suo ufficio che cura i rapporti con la stampa, dichiara di essersi presa a carico la questione e di aver inviato da tempo una risposta scritta al legale di Oliverio. La famiglia conferma questi contatti e attende fiduciosa una soluzione della vicenda in tempi ragionevoli.
Fabio Cavallari