Malga Lunga si trova sul crinale che fa da spartiacque tra la Valle di Gandino, la val Borlezza e la Val Cavallina e deve il suo nome al lungo portico che la caratterizza. All’interno dell’edificio è ospitato un Museo della Resistenza a memoria degli avvenimenti avvenuti in questa zona, dove il 17 novembre del ’44 reparti fascisti della «Tagliamento», dopo la batosta nel combattimento della Corna Lunga, riuscirono a sorprendere e catturare una parte della squadra di Giorgio Paglia, ufficiale della 53a Brigata Garibaldi.
La MALGA LUNGA diventa il simbolo della 53a Brigata Garibaldi «Tredici Martiri» e santuario della Resistenza bergamasca. Ridotta a rudere, è stata ricostruita per iniziativa degli stessi partigiani ex garibaldini, che vogliono ricordare alle giovani generazioni quanto è costata la conquista della libertà e della democrazia.
Dopo aver seguito la strada Provinciale della Val Seriana e superato l’abitato di Gazzaniga, si imbocca lo svincolo a destra per la Valgandino e, superata Leffe, si prosegue per Gandino, fino ad incontrare sulla destra una vecchia e alta ciminiera e, pochi metri prima imbocchiamo una strada, sullo stesso lato, che scende verso il fondo valle.
Giunti a una rotatoria, si tiene la destra seguendo i cartelli che indicano «Malga Lunga» e «Valpiana». Dopo circa 1 km, allo stop si svolta a destra sempre seguendo le indicazioni. Dopo un paio di chilometri ci si trova a dover passare sotto un grande portone, ingresso di un vecchio opificio: da qui inizia la strada che conduce in Valpiana e la si segue all’incirca per 7 chilometri, ponendo attenzione in quanto la strada è stretta e l’ambiente molto suggestivo.
Si ignorano le varie deviazioni che si incontrano, sino a raggiungere la chiesetta di Valpiana, dove è possibile lasciare l’auto in una delle varie aree di sosta che si incontrano ancora per un tratto, prima che un cartello ci segnali il divieto di circolazione. Camminiamo seguendo la strada asfaltata che risale la valle con alcuni tornanti e dopo circa 3 chilometri incontriamo sulla nostra sinistra una strada agrosilvopastorale, con fondo cementato, che sale, con un cartello che indica «Baita Monte Alto» e il segnavia n. 545 (a circa quota m. 1.250 s.l.m.). Ignoriamo questa deviazione e proseguiamo seguendo il segnavia CAI n. 544 che in pochi minuti ci conduce alla meta.
Nevio Oberti
Scuola di escursionismo Giulio Ottolini
CAI Sez. di Bergamo