Questa escursione consente di inoltrarci in un ambiente suggestivo sia per il paesaggio e le cime che per la storia e la tradizione. Siamo al cospetto del gruppo dolomitico dei Campelli, con il Cimon della Bagozza (m. 2.409 s.l.m.) e la Torre Nino con le loro verticali pareti.
È inoltre una zona di miniere, a lungo sfruttate (vennero definitivamente abbandonate nel 1972) e ora visitabili, e costellata da diverse «calchere» (la calchera era la fornace per la cottura del calcare utilizzato per la produzione di calce viva).
Addirittura il nome di Schilpario (uno dei quattro comuni della Val di Scalve con Azione, Colere e Vilminore) deriva dal termine «Schirpa» che definiva l’attrezzatura dei minatori. Da Bergamo si segue la Strade della Val Seriana fino a superare Clusone, Castione e quindi il Passo della Presolana che ci immette nella Val di Scalve.
Giunti a Schilpario si attraversa il paese per proseguire lungo la strada che sale al Passo del Vivione, attraverso una stupenda abetaia e la zona delle miniere di ferro. Qui sono presenti molti percorsi segnalati per visitare le vecchie fornaci e i ciò che resta degli edifici minerari.
Superando una serie di tornanti, la strada giunge a Malga Cimalbosco e, nei pressi di un bar ristorante, si può parcheggiare ed iniziare l’escursione seguendo la strada sterrata che penetra nel bosco. Poco dopo si supera una deviazione che in breve ci porta al rifugio Cimon della Bagozza, visibile poco sopra, e ci ritroviamo in un ambiente suggestivo e grandioso dominato dal Cimon della Bagozza.
Superata Malga Campelli Bassa (m. 1.640 s.l.m.), dopo circa 45 minuti di cammino, incontriamo un masso sul quale è collocata la statua della madonnina dei Campelli. Continuiamo a seguire la strada sterrata fino a raggiungere l’Alpe Campelli (m. 1.815 s.l.m.) con la Malga Campelli e poco dopo raggiungiamo la nostra meta: il Passo di Campelli (m. 1.892 s.l.m.). Il ritorno per la medesima via di salita.