Bellusco – La Zincol lombarda è stata inserita tra le industrie a rischio di incidente rilevante, a deciderlo la Prefettura di Milano in una corposa relazione inviata in comune qualche settimana fa; il sindaco Irene Colombo ha comunicato la misura al consiglio comunale, sottolineando comunque come non vi siano rischi importanti per gli abitanti. Insomma i belluschesi possono continuare a dormire sonni tranquilli.
Lo stabilimento sorge nella zona industriale di via Adda e come specificato dal piano di emergenza, la sua posizione periferica rispetto alle case è un grosso punto a favore; inoltre non vi sono altre aziende a rischio incidente nelle immediate vicinanze, né edifici pubblici come scuole, asili, uffici o negozi. All’interno dei capannoni della Zincol viene utilizzata una sola sostanza segnalata come pericolosa: l’ossido di zinco, che produce però, in caso di incidente, danni solo sulle acque e l’eventuale fauna fluviale, più che sulle persone.
Quattro le possibilità di pericolo individuate dal prefetto: l’inquinamento del suolo, lo scarico nelle fognature di liquidi con concentrazioni di zinco oltre il livello di guardia, la dispersione di ossido di zinco sul suolo circostante e il malfunzionamento dell’impianto che regola le emissioni nell’atmosfera. L’azienda si è comunque dotata degli impianti di prevenzione incidenti più all’avanguardia, come indicato nel piano di emergenza.
Quali sono i rischi per l’uomo? Vista la lontananza dal centro abitato, i residenti sono al sicuro anche in caso di dispersione di sostanze tossiche. Per i ventinove dipendenti dell’azienda e le persone più prossime al luogo di un eventuale incidente, l’inalazione dell’ossido di zinco può causare mal di gola, mal di testa, nausea, debolezza, tutti sintomi che si manifestano qualche ora dopo l’esposizione e che comunque non hanno alcun tipo di effetto cronico sul corpo.
Da tutelare invece la vicina zona protetta del parco del Rio Vallone: l’ossido prodotto ha infatti un potere più devastante sugli organismi acquatici.
Il sindaco ha anche spiegato che prima di raggiungere e inquinare le acque belluschesi, l’ossido di zinco impiegherebbe ben sei mesi, dando quindi il tempo per prendere tutte le dovute precauzioni e misure di sicurezza. Irene Colombo ha anche sottolineato come l’azienda sia quasi un pezzo di storia del paese – è nata nel 1984 – e in questi venticinque anni non ha mai dato motivo di preoccupazione per guasti o inconvenienti tecnici. Il nuovo piano di emergenza impone all’amministrazione di informare correttamente i cittadini, che potranno trovare approfondimenti e spiegazioni sul sito web di Bellusco, anche mediante la distribuzione di materiali informativi e l’organizzazione di assemblee pubbliche per chiarire i significati del piano, cui parteciperanno anche alcuni esperti in materia, come quella organizzata per mercoledì sul tema "L’acqua di Bellusco si può bere?". «Non c’è assolutamente da preoccuparsi – confermano le alte sfere della Zincol – non c’è nessun problema rilevante per la salute dei cittadini».
Letizia Rossi