La proposta per questo fine settimana ci porta alla scoperta di un pezzo di storia della nostra provincia. L’itinerario si svolge lungo l’ultimo e più alto tratto bergamasco dell’antica Strada Priula, fino a Ca’ S. Marco e poi all’omonimo Passo.
La Strada, che prende il nome dal Podestà di Bergamo Alvise Priuli che fortemente la volle e riuscì a costruirla completandola nel 1593, collegava il nostro capoluogo, risalendo la Val Brembana, con la Valtellina, in modo da poter collegare la veneta Bergamo con i passi retici controllati dai Grigioni, evitando di dover necessariamente transitare per la Via del Lago che era invece sotto il controllo del Ducato di Milano. Dal bacino artificiale di Ponte dell’Acqua, raggiungibile lungo la statale della Val Brembana superato Mezzoldo, costeggiandone le rive fino all’omonimo abitato (1272 m), a sinistra si prende la strada asfaltata che conduce al ristorante Rossi (cartelli segnaletici). Poco dopo il percorso si svolge su mulattiera (segnavia CAI n. 114) e sale il fianco della mnontagna sino a che, uscito dalla pecceta, raggiunge l’Alpe Ancogno. Si incontra e si supera una prima costruzione col tipico porticato per il bestiame e una seconda (Casera Ancogno; 1757 m) proprio nel punto in cui il sentiero si ricongiunge con la statale all’altezza di un tornante.
Si può proseguire lungo la strada o riprendere il sentiero e dopo circa 400 metri raggiungere il Rifugio San Marco 2000 a quota 1.630 s.l.m. Poco oltre, seguendo il segnavia CAI n. 110 si giunge a Ca’ San Marco (m. 1.830 s.l.m.), vecchia cantoniera costruita nel 1593. Vista la vicinanza merita sicuramente un piccolo allungamento del percorso che, seguendo la mulattiera che si trova alle spalle della cantoniera, sale a tornanti tra pascoli e rocce, passa accanto ai ruderi di due caserme militari risalenti alla Grande Guerra e si ricongiunge alla provinciale proprio all’altezza del passo di San Marco (m. 1.985 s.l.m) contrassegnato da un grande cippo (l’Ometto;1992 m) che oggi segna il confine fra le province di Bergamo e di Sondrio ma, fino alla fine del XVIII secolo era il confine fra la Repubblica Veneta e i Grigioni. Dal Passo si apre la visuale sulla Valtellina e, seguendo la cresta di sinistra che porta sulla cima dell’Alpe Cui, si possono ancora osservare resti delle fortificazioni risalenti alla prima guerra mondiale: un deposito di munizioni in grotta, un rudere di casermetta con postazione di artiglieria e un sistema di trincee.