La Magna Brianza è in tavola:master per l’enogastronomia

Rassegna Gusto di Brianza estIl Vimercatese ci mette la faccia

Monza-Carate – Perché la Brianza, a tavola, è una e una soltanto. E allora un master per dire prima di tutto ai ristoratori di domani, o ai professionisti del cibo, che esiste un tapis roulant su cui corrono anni, decenni secoli di tradizioni enograstronomiche e agroalimentari su cui far scivolare fantasia e conoscenza. L’ha pensato la Fondazione Emilia Vergani e l’hanno adottato le Camere di Commercio di Monza e Brianza e di Lecco, insieme alla Regione: un corso di studi per insegnare ai gourmet – già rotondi o in fieri – che cosa siano il cibo e la sua produzione tra il lago e la corona ferrea. Base Carate Brianza (piazza Risorgimento 1 – segreteria@fondazioneemiliavergani.it, telefono 0362.903690), costo 250 euro, posti a disposizione 20 e data di inizio 15 marzo: è il primo master – corso di specializzazione – in enogastronomia locale in Lombardia, e fa appello al territorio della Magna Brianza.

«L’asse Monza-Lecco è quello che passa da Montevecchia, i vini, i formaggi, un territorio che ha tradizione da valorizzazione» dice Luigi Nardi, vicepresidente della Camera di commercio di Monza. Ed è da lì che si parte, sotto la guida di Marco Gatti, giornalista allievo di Luigi Veronelli e vicepresidente del Club Papillon, nonché profondo conoscitore del terroir e suo recensore da anni. È lui che ha messo nero su bianco il programma di studi: dodici lezioni aperte a chi ha studiato alberghiero, a chi si occupa professionalmente del cibo, a chi è appassionato. Con alcuni dei migliori nomi: lectio magistralis di Aimo Moroni (proprio quello di Aimo e Nadia, per dire che la direttrice Lecco-Monza poi sbarca a Milano e che la rete del gusto è più ampia dei suoi confini amministrativi), poi Carlo Casati, re della carne e della norcineria dalla macelleria “Da Pinuccio” di Sartirana di Merate. Quindi gli chef Mauri Elli e Gilberto Farina, Teo Penati e Pietro Disabato (nell’ordine Il Cantuccio di Albavilla e La Piana di Carate, Pierino Penati di Viganò e La Cambusa di Cinisello), e ancora Pietro Milo – il presidente dell’Associazione italiana sommelier Monza e Brianza – e Giancarlo Morelli, neostellato patron dell’Osteria del Pomiroeu di Seregno. Finirà a maggio, l’8, dopo pomeriggi e serate (lunedì e venerdì, dalle 16 o dalle 18) con la cena finale.

«Chi completa gli studi, dopo tre anni, non riesce a conoscere le eccellenze e i prodotti locali – ha detto Jacopo Vignali, consigliere della fondazione – e allora abbiamo pensato a un master dedicato alle nostre terre». Perché, aggiunge Marco Gatti, «per dare valore turistico e quindi economico all’enogastronomia, bisogna partire dal recupero delle tradizioni e con loro del patrimonio umano necessario». E allora: una scuola, di alta specializzazione, per raccontare, e ritrovare, la Magna Brianza in tavola.
Massimiliano Rossin