Grande attenzione ai valori di libertà, democrazia, uguaglianza, giustizia sociale e pace. Oggi, come allora. Sabato la sezione «Giuseppe Brasi» di Scanzorosciate dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) organizza, in collaborazione con lo Spi-Cgil di Bergamo e il Comune di Scanzorosciate, la «Camminata sul Sentiero Caslini (Rocco)», da Scanzorosciate fino alla Malga Lunga, in Comune di Sovere.
Un appuntamento che cade nel 70° anniversario dell’8 settembre 1943, cioè data della firma dell’armistizio. A tal proposito, la «camminata partigiana» rientra in una serie di iniziative, tutte al femminile, che intendono celebrare questa data, determinante per la nascita di una nuova coscienza nazionale. La camminata prenderà il via alle 8 da via Monte Bianco, nella frazione di Gavarno Vescovado.
Si tratta di un’escursione «storica» in Alta Val Cavallina, per ricalcare le orme che Rocco (Andrea Caslini) e Pirata (Angelo Trovesi) lasciavano per tornare qualche volta a casa, a Scanzorociate, lasciando per qualche ora i loro compagni partigiani alla Malga Lunga, sopra Sovere. Il percorso, lungo una trentina di chilometri, è segnalato con la scritta «Malga Lunga – Sentiero Caslini».
È facilmente percorribile, perché sfrutta sentieri del Cai già esistenti. Tappe obbligate sono il santuario della Madonna del Colle Gallo (Gaverina), la Forcella di Bianzano e la Forcella di Ranzanico. All’arrivo, verso mezzogiorno, è previsto un rinfresco. La commemorazione è prevista per le 16. Sarà possibile visitare il Museo, che conserva documenti, fotografie, filmati sulla Resistenza. Il ricavato della manifestazione andrà a sostenere il completamento della ristrutturazione del Rifugio-Museo della Malga Lunga.
Il nome della «Malga Lunga» è legato alla memoria della tragica giornata del 17 novembre 1944, quando reparti fascisti della «Tagliamento» riuscirono a sorprendere e a catturare una parte della squadra di Giorgio Paglia, ufficiale della Brigata Garibaldi «Tredici Martiri». I feriti vengono uccisi sul posto a colpi di pugnale. Paglia e altri sei compagni vengono portati a Costa Volpino. Il tentativo di liberare i prigionieri durante il trasporto a valle, operato dal comandante Montagna (Giovanni Brasi), fallisce. Giorgio Paglia rifiuta la grazia, che venne offerta a lui soltanto, in quanto figlio di medaglia d’oro al valor militare, e viene fucilato insieme ai suoi compagni al cimitero di Costa Volpino.
Tiziano Piazza