Desio – La firma di un sicario venuto dal lontano sulla morte di Paolo Vivacqua, imprenditore freddato lunedì con sei colpi di pistola nel suo ufficio di via Bramante, a Desio. Prende corpo tra gli investigatori della procura e dei carabinieri del nucleo investigativo di via Volturno, l’ipotesi del killer arrivato da fuori, forse dalla Sicilia. E’ a Ravanusi, il piccolo paese dell’agrigentino tanto amato dalla vittima, che potrebbe celarsi la possibile soluzione del delitto. O legata alla sfera personale dell’uomo, oppure ai suoi interessi imprenditoriali nella terra d’origine, che gli inquirenti stanno appurando in queste ore. Le indagini, tengono però a precisare gli inquirenti, sono “aperte in tutte le direzioni”.
E non è una dichiarazione di circostanza, visto che Vivacqua aveva tanti interessi e muoveva grandi somme di denaro. L’uomo era titolare di diverse società attive nel settore del commercio di rottami e compravendita immobili. Sono emersi, inoltre anche rapporti di natura economica con elementi comparsi nell’operazione Infinito sulla ‘ndrangheta in Brianza, nella quale l’imprenditore nativo di Caltanissetta non era stato coinvolto. Un caso aperto a diversi scenari, insomma, con una certezza: quella che l’assassino ha agito con freddezza, curando ogni particolare. Gli inquirenti credono che ad agire sia stata una sola persona. Lo provebbe,tra l’altro, il fatto che i colpi siano stati sparati da una sola arma, una pistola calibro 7.65.
Sul pavimento dell’ufficio, al piano terra, sotto i portici dei palazzoni di via Bramante e piazza Giotto, i militari hanno trovato 8 bossoli. 6 i colpi arrivati dritti al petto del cinquantunenne. Vivacqua era riverso a terra, col telefono ancora vicino. A trovarlo è stata la compagna, una donna rumena, verso le 16 di lunedì, preoccupata perchè l’uomo dalle 11 non le rispondeva al telefono. Il killer a quanto pare conosceva bene i suoi spostamenti. E non avrebbe scelto a caso di entrare in azione il lunedì, quando il bar a fianco dell’ufficio, solitamente molto frequentato, ha il giorno di chiusura. Sotto i portici dei palazzoni non ci sono telecamere. E sembra che nessuno abbia visto o sentito nulla. Un lavoro da professionisti, che ha indotto i carabinieri di Desio e Monza a pensare ad un esecuzione tipica criminalità organizzata, senza escludere la pista passionale, vista la sua situazione famigliare e personale piuttosto complessa.
Federico Berni
Paola Farina