Il mio anno a Monza con MorganIl primo romanzo di Fabio Cinti

Un anno di vita con Morgan. Anzi, "Un anno d'amor(gan)", per essere precisi, quello vissuto dal cantautore Fabio Cinti a Monza, che ora racconta quell'esperienza in un romanzo pubblicato dall'editore TranTran. Venerdì 30 novembre, alle 17, la presentazione alla Feltrinelli.
Il mio anno a Monza con MorganIl primo romanzo di Fabio Cinti

Monza – Non è che bisogna credergli fino in fondo. O almeno: non è necessario. Però perché no, in fondo è meglio farlo, perché ne vale la pena e perché così si ha qualcosa da raccontare in più. Per esempio di quando sono arrivati a casa Battiato e lui, M, si è addormentato. Oppure di quando se n’è stato in macchina mentre lo aspettavano un letto e una colazione. O ancora quelle impennate di carattere che non sai come prendere. Ma d’altra parte meglio ricordarselo altrimenti: magari per quel tanto che inaspettatamente sembra essere in grado di trasmettere.
Oppure no, per un’immagine: loro due schiena a schiena chitarra in mano, a concerto finito, nei camerini, a cantare senza quasi essersi rivolti la parola una canzone di David Bowie. Da un parte c’è Fabio Cinti, dall’altra c’è M, Marco Castoldi. Morgan, per essere chiari. Il secondo non ha bisogno di grossi racconti, il primo – forse – un po’ sì. Musicista, cantautore, apolide per scelta, è di origine sarda ed è cresciuto nel Lazio. Poi un giorno ha conosciuto Morgan e dopo un po’ il monzese gli ha detto: ma perché te ne stai lì a raccattare nulla, vieni da me.
Cioè a Monza. E così ha fatto, Fabio Cinti, vivendo insieme a Morgan per qualche anno, lavorando con lui e per lui, imparando tanto e incidendo, poi, due dischi: L’esempio delle mele, nell’aprile 2011, e Minuto secondo, pochi mesi fa. In mezzo ci ha messo un libro, anzi un romanzo, “Un anno d’amor(gan)”, il racconto non necessariamente fedele – appunto – della sua vita con l’ex Bluevertigo. Pubblicato dall’editore monzese Tran Tran, sarà disponibile da venerdì 30 novembre, il giorno in cui alle 17 sarà presentato ufficialmente alla Feltrinelli di via Italia a Monza.
«Che questo o quell’episodio sia vero o no non importa – dice – L’ho immaginato come un romanzo di formazione. E l’ho scritto come scrivo canzoni: non è necessario raccontino la verità, importa che abbiano qualcosa da raccontare. E da lasciare». Il loro primo incontri risale al 2003, ma è nel 2009 che Cinti ha accettato di trasferirsi a Monza, dove ha vissuto alcuni mesi «imparando molto, direttamente da lui e indirettamente, vedendo quello che faceva, come si comportava, le sue scelte».
Che il cantautore non laziale e non sardo, non brianzolo né milanese, non condivide a tutti i costi, ma che ha preso a scatola chiusa per quel tanto, tanto, che gli hanno insegnato. Ora lo sa, cosa vuole essere, ed è anche il risultato di “Un anno d’amor(gan)”: «Uno che fa canzoni, né di questa né di quella combriccola, né un cantautore né, ancora peggio, un personaggio. Io voglio essere uno che fa dischi».
Massimiliano Rossin