Desio – Un municipio pieno di crepe. Di quelle vere. Di quelle che partono dall’alto e scendono giù, veloci, fino in basso, dritte o a zig zag, lasciando impronte preoccupanti. Ma come? Una struttura nuova, collaudata, abitata, sperimentata per anni, è in condizioni tali da lasciar dire a sindaco ed assessori «fa acqua da tutte le parti». L’analisi della situazione predisposta da Corti e dalla sua giunta, a pochi mesi dall’insediamento a palazzo, non lascia ombra di dubbio: «Quella del municipio è una struttura che fa schifo, è fatta coi piedi». Pesante la critica. Un macigno. D’altronde le pisciarole d’acqua le vedono tutti, dagli uffici e dai corridoi, quando piove. Le macchie d’umido altrettanto. Così come le vere e proprie crepe.
«Dovevamo arrivare noi per accorgerci che qui ci sono crepe in cui ci passa una mano? Possibile che i precedenti amministratori non abbiano notato nulla? Eppure avevano il fior fiore dei tecnici a loro disposizione, principi e cardinali dei lavori pubblici», scherzano, ma non del tutto, alludendo. La giunta di Corti, anche per questo problema, ha deciso di intervenire con decisione. Ha avviato il procedimento per rivalersi nei confronti della società che ha realizzato l’ampliamento del municipio e della direzione dei lavori, da loro ritenuti responsabili dello stato dell’edificio.
Prima che scadano i dieci anni dalla consegna dello stabile. Sta formalizzando l’incarico al legale che dovrà difendere gli interessi della collettività. «Qui non si può regolare nulla, né il riscaldamento, né il condizionamento. E poi è un porto di mare: chiunque può entrare senza un minimo di filtro dalle dodici porte d’ingresso. Non va bene. Per assurdo, si fa fatica ad uscire». Crepe, acqua ovunque, porte aperte. Ma la struttura è solida? Non sarà in pericolo pure quella? «No, quello no. Certo che il progetto non è dei migliori, non è degno, è fatto da cani».
Egidio Farina