Giussano, neonata morìIl giudice assolve il medico

Giussano – Nessun colpevole (almeno per il momento) per la morte della piccola Alessandra. Il tribunale di Monza, ha assolto mercoledì il ginecologo dell’ospedale di Carate, un professionista sessantenne di Besana Brianza, finito sotto processo con l’accusa di omicidio colposo in relazione al decesso della bambina nata nell’ottobre 2007 e deceduta poche ore dopo. Il giudice Franca Anelli, tuttavia, ha disposto anche l’invio degli atti del processo alla Procura della Repubblica, per indagare sulle eventuali responsabilità di altri medici intervenuti dopo la nascita della piccina. Un epilogo immaginabile, visto che nel corso dell’istruttoria era emerso più di un dubbio sulla effettiva responsabilità del ginecologo. A scagionare definitivamente quest’ultimo è stata la superperizia disposta dal magistrato nel corso dell’ultima udienza e affidata ad un pool di esperti. Secondo il capo di imputazione, la responsabilità del medico sarebbe stata nel non aver convertito il parto della gestante, una donna di 32 anni di Giussano, in un intervento di taglio cesareo, dopo che le ostetriche (la cui posizione nella vicenda è stata archiviata in fase di indagini preliminari) avevano ravvisato tracce di sangue nel liquido amniotico. A sostenere le ragioni dell’accusa c’era la dottoressa Daniela Schillaci, medico legale, in qualità di consulente. Dopo aver sentito anche la versione di un consulente della difesa in occasione dell’udienza successiva, però, il processo restava ancora molto aperto. I due periti, infatti, erano giunti a conclusioni diametralmente opposte. Circostanza che ha indotto il magistrato a nominare altri tre periti super-partes: un ginecologo, un medico legale, e un neonatologo. Le conclusioni dei tre specialisti, alla fine, sono risultate coincidenti con quelle della difesa. Anche la pubblica accusa, infatti, ha chiesto l’assoluzione per l’imputato. La vicenda giudiziaria seguita al dramma, vissuto dai genitori della piccola, nel corso del dibattimento, ha fatto tuttavia emergere la possibilità che la responsabilità del decesso potesse essere contestata non tanto al ginecologo, quanto forse al neonatologo, intervenuto successivamente al parto. Indicativa, in questo senso, era stata la testimonianza di un altro medico, intervenuto d’urgenza dall’ospedale di Lecco per cercare di salvare la piccola, ormai in condizioni disperate. «Ritengo che la bimba non fosse stata assistita in maniera idonea, perché la ventilazione era insufficiente», aveva detto in aula durante la sua deposizione.
Federico Berni