Forno crematorio a Monza,a breve l’ok della Regione

Monza – Forno crematorio, arriva sul tavolo della Regione il nuovo progetto preliminare presentato dalle aziende interessate alla realizzazione dell’impianto. Dopo il "si" arrivato dal Pirellone, e condizionato dall’introduzione di una terza linea per il riciclo dello zinco delle case funebri, l’amministrazione aveva infatti chiesto all’associazione temporanea d’impresa (Ati) formata da Sangalli Giancarlo & C., Enercon e Malegori Erminio di rivedere il proprio progetto, da realizzare in project financing, e risalente al 2004-2005.

 Un documento che ha accolto i paletti posti dalla Regione per dare il via libera all’intervento, dopo che inizialmente aveva bloccato la proposta perché il forno crematorio di Monza cozzava con la norma che prevede che questi impianti si trovino ad almeno 50 chilometri di distanza tra loro. "Richieste pienamente soddisfatte dalla nuova proposta, che ora abbiamo rimandato in Regione per il via libera definitivo, che dovrebbe arrivare in tempi brevi", assicura l’assessore alla Manutenzione cimiteriale Giovanni Antonicelli.

Un ottimismo che deriva proprio dalle modifiche introdotte al disegno originale, che prevedeva due sole linee di incenerimento, e minori spazi per il commiato e i cinerari. Ora le linee sono tre, e tutte attrezzate per il recupero dello zinco, cosa che farà dell’impianto, realizzato all’interno dell’area del cimitero compresa tra viale Stucchi e via Nievo, un punto di riferimento per tutta la Lombardia. Sono poi previste tre sale del commiato, e un grande spazio centrale cerimoniale, riconfigurabile con divisori per accogliere più funzioni in contemporanea.

 Risulta ingrandita anche l’area di sosta, con una decina di posti auto destinati ai disabili o agli accompagnatori dei parenti, mentre un "giardino delle memorie", con verde e una fontana, accoglierà la cerimonia della dispersione delle ceneri. Modifiche sono state anche apportate al tetto dell’impianto, che sarà arrontondato per annegarvi il comignolo del camino (dotato di filtri a norma) che nel progetto originale sporgeva con un impatto maggiore.

Previste anche una sala a celle frigorifere per le salme in attesa di cremazione, e un aumento nel numero dei cinerari, passati da 2.300 a 3mila. L’impianto dovrebbe costare 4,5 milioni di euro, e la proposta di project financing prevede la realizzazione della struttura a costo zero per il comune, in cambio della sua gestione, da parte dell’Ati, per 35 anni, con un adeguamento delle tariffe previste 5 anni fa. L’impianto dovrà essere completato entro la fine del 2010.
Giuliano Da Frè