Fiwh, gli Europei di Muratore:«Il gran tifo, i gruppi su facebook»

Coccolati come la nazionale di calcio. Sostenuti dai tifosi attraverso i gruppi nati su facebook. E rispettati dagli avversari che ne hanno riconosciuto il bel gioco. E' l'Italia del wheelchair hockey con Mattia Muratore in campo, esordiente di successo in azzurro.
Fiwh, gli Europei di Muratore:«Il gran tifo, i gruppi su facebook»

Arcore – Quando un atleta racconta che “gli è mancato solo il risultato”, di solito cerca un modo carino per nascondere una prestazione un po’ così. Di solito. Poi ci sono i casi come quello di Mattia Muratore e dell’Italia di wheelchair hockey, quinti ai campionati europei in Finlandia.
«Ci è mancato solo il risultato» racconta l’avvocato praticante arcorese, attaccante degli Sharks Monza e premiato come Top player 2012 del campionato italiano, di ritorno da Nastola. E c’è da credergli: «Alla fine c’è un po’ di rammarico per il podio mancato, ma a detta di tutti siamo la squadra che ha espresso il gioco migliore. Sono state più brave l’Olanda che è imbattibile, Belgio e Finlandia che sono fortissime. Invece ha fatto flop la Germania, finita addirittura fuori dal podio. Ed è un peccato se pensiamo che noi con loro abbiamo pareggiato».

Oltretutto con un episodio contestato su rigore. «Quello mi è proprio andato di traverso – continua – Anche perché non li segno mai e invece stavolta avevo portato avanti l’Italia contro i campioni del mondo in carica. Ma l’arbitro ha annullato perché, forse imbeccato dai tedeschi, ha rilevato un’irregolarità al momento del mio ingresso in campo. Peccato».

Ed è l’unica nota d’ombra. Perché invece tutta l’esperienza in nazionale è stata più che positiva. «Abbiamo dato il massimo e abbiamo sentito forte l’affetto dei tanti tifosi che ci hanno seguito attraverso internet, ci hanno fatto sentire coccolati come la nazionale di calcio. Su facebook sono nati anche dei gruppi in nostro sostegno e tutto questo ci ha dato una spinta incredibile. Mi sono divertito e ho anche giocato più di quanto avrei potuto immaginare: ho pensato molto alla fortuna di essere tra i dieci e ho dato il massimo per rispetto a chi mi ha dato fiducia e a chi avrebbe voluto essere al mio posto».

Insomma, la prima vera volta in azzurro è stata una festa. Arrivata dopo il terzo posto alle finali nazionali di serie A, l’ha tenuto impegnato per quasi un mese tra raduni collegiali, allenamenti, partite, viaggi. «E praticamente non è finita: la carrozzina non è ancora tornata a casa, devono spedirla», dice.
Così, c’è tempo di tirare il fiato e pensare al prossimo impegno che non è una vacanza («Devo lavorare») né un torneo («Con gli Sharks ci è saltato un torneo estivo a Monaco»). È l’altra grande passione: il 7 luglio a Cividale del Friuli con Ligabue. What else? Che altro?
Chiara Pederzoli