Già dal GP d’Australia la formula 1 cambia leggermente l’attribuzione dei punti. Al pilota che farà il giro veloce, ma a patto che al traguardo sia fra i primi dieci, verrà attribuito un punto nella classifica del campionato. Così, di primo acchito, si può essere d’accordo. Ma poi, a ripensarci bene, qualche dubbio su questa decisione sorge. Per esempio: a mio parere un premio per una prestazione, come tale, va dato a prescindere dal risultato di un’altra prestazione. E perché un punto in più al giro veloce e non anche a chi fa la pole position?
Io un’idea ce l’avrei per rendere più fascinose sia le prove ufficiali sia le corse.
Nelle qualifiche per obbligare team e piloti al massimo impegno, darei mezzo punto al pilota e al team più veloci nel Q1, cioè nella prima delle tre serie di prove ufficiali. Idem per quel che riguarda il Q2. Nel Q3, quello che determina lo schieramento di partenza, darei un punto in più sia la pilota sia al team che ha conquistato la pole position, mezzo punto in più al pilota e al team che si qualificano per secondi, schierati in prima fila di fianco al pilota più veloce. I punti delle prove ufficiali vanno attribuiti solo in base al cronometraggio e non a posizioni susseguenti le squalifiche comminati dai commissari di gara.
In gara darei un punto al pilota che effettua il giro più veloce a prescindere dall’ordine d’arrivo finale della corsa. Mezzo punto al secondo miglior tempo sul giro. Abbasserei i punteggi dei primi dieci arrivati al traguardo così, dal primo al decimo: 20,15,12,10, 8, 6, 5, 4, 3, 2, 1.
Con questi provvedimenti le gare di formula 1 sarebbero competitive sin dal sabato e premierebbero la partecipazione all’intero programma di corsa.