Io regalo la pole a te, tu regali la corsa a me. Questa è la miglior sintesi del G.P. di Germania vinto dalla Mercedes e da Lewis Hamilton e persa dalla Ferrari e Sebastian Vettel. Una gara noiosa, gioiosa e dolorosa. Noiosa per chi l’ha seguita in televisione, gioiosa per i tifosi di Hamilton e della marca tedesca, dolorosa per i tifosi della Ferrari. Una corsa che le Rosse avrebbero probabilmente vinto senza le strane decisioni del “muretto” e l’errore di Sebastian Vettel.
Si era al 41° giro e il duo Vettel-Raikkonen guidavano la corsa. Poco prima, il finlandese (come lui stesso ha confermato dopo la gara in cui è giunto terzo) aveva ricevuto ordine di far passare il compagno di squadra,leader della classifica iridata. In quel momento tutte le squadre avevano sentore che di lì a 8 minuti sarebbe piovuto. Due giri dopo, Hamilton in crisi con le gomme soft che aveva montato in partenza e con le quali aveva cominciato la rimonta dal quattordicesimo posto in griglia per via del problema in qualifica, entrava per sostituirlo uscendo dal pit stop con le ultrasoft.
Al momento del cambio, il campione del mondo aveva 26 secondi di ritardo su Vettel. Una pioggerellina, definita dal muretto Mercedes come leggera, cominciava a cadere in pista. Logica avrebbe voluto che anche Vettel entrasse per cambiare le gomme e montare le ultrasoft, le stesse di Hamilton, per gli ultimi 24 giri: niente da fare, l’ordine del muretto, evidentemente, è stato di restare in pista con le gomme soft montate nel pit stop al 35 giro.La pioggerella metteva fuori dalle possibili posizioni del podio Max Verstappen, chiamato a montare gomme intermedie da bagnato per poi richiamarlo a rimontare le clic visto che la pioggerella stava scemando. Nel frattempo, Ricciardo si era ritirato.
Come fosse azzardata la tattica Ferrari, lo si è potuto constatare quando una serie di uscite di pista dovute all’asfalto umido ha provocato l’ingresso della safety car. Hamilton con le ultrasoft è potuto poi ripartire con le gomme abbastanza calde per segnare, un giro dopo l’altro, tempi eccellenti. Mentre Sebastian Vettel, alla ripresa della corsa, finiva contro le protezioni a 15 giri dalla fine, confessando poi un suo errore: “Dopo giri dietro l safety car avevo le gomme ancora fredde. Ma io ho sbagliato frenando troppo tardi”, ha confessato il tedesco della Ferrari.
Avesse avuto le stesse gomme di Hamilton non avrebbe avuto problemi di raffreddamento e, probabilmente, non avrebbe commesso l’errore in franata che gli è stato fatale.A fine gara i commissari sportivi hanno messo sotto investigazione Hamilton colpevole di aver attraversato la linea bianca che separa l’entrata del pozzo e la pit lane. I commissari hanno visionato la ripresa tv e hanno interrogato sia il pilota che il rappresentante della Mercedes. Entrambi hanno ammesso l’infrazione, commessa in regime di safety car, a causa della confusione creata in seno alla squadra sul fatto di restare in pista o entrare a cambiare gomme. I commissari pur convinti dell’infrazione e visto che l’errore di Hamilton non aveva provocato pericoli per gli altri piloti , hanno deciso una sanzione, che poteva essere di 5 secondi e in tal modo la vittoria sarebbe stata di Bottas, di “rimprovero”. E la vittoria di Hamilton è stata confermata.
Si vede proprio che questo mondiale, che domenica disputerà il G.P. d’Ungheria nel quale la Ferrari non si potrà concedere né esitazioni né errori, deve andare a singhiozzo. Ieri c’era Vettel in cima alla graduatoria iridata e oggi c’è Hamilton: non c’è una macchina che domina in modo assoluto e non c’è pilota in grado di non commettere sbagli. Questo è un bene perché il mondiale resta apertissimo, pur se concede rarissime emozioni: Budapest sarà tappa importante prima delle vacanze delle scuderie e prima del fascinoso G.P. del Belgio. Poi il Circus sarà a Monza, la pista di casa della Ferrari. E lì, probabilmente, il mondiale prenderà una svolta.