La Formula 1 si sta avviando sempre di più a una sorta di spettacolo da circo che poco avrà a vedere con lo sport e molto con il business. Bene o male, Bernie Ecclestone era un uomo di automobilismo. Quel che faceva lo faceva sì per i suoi interessi ma anche per dare alla Formula 1 il fascino che deve avere una competizione in cui agonismo, abilità tecnica e rischio sono gli ingredienti principali dello spettacolo. Passata la mano agli americani di Liberty Media, ecco che la nuova proprietà cerca di portare la Formula 1 in un cerchio in cui l’agonismo dei piloti può restare quasi uguale; la tecnica degli ingegneri viene mortificata da regole che castrano ingegno e fantasia; il rischio viene ridotto ai minimi termini da regolamenti tecnici e sportivi che poco hanno a che vedere con la famosa frase scritta negli autodromi inglesi “motorsport is dangerous”. Tutta questa rivoluzione a beneficio dell’incasso, in euro o in dollari.
L’ultima proposta alle scuderie di Liberty Media , per la rivoluzione della Formula 1 targata 2021, è di disputare, al sabato pomeriggio, una gara sprint di 100 km, senza limitazioni riguardanti carburante e gomme, per determinare la griglia di partenza del gran premio della domenica. Il pacchetto delle proposte, dovrebbe essere lanciato oggi in Barhein e dovrebbe andare in vigore a partire dal 2021. L’aspetto interessante è che, a riguardo, Liberty Media ha chiesto un parere ai team prima di presentare il proprio piano per il 2021. La sprint race potrebbe non essere l’unica novità nel format dei weekend di gara: ci sono dei piani per modificare anche le due sessioni di libere del venerdì. PL1 e PL2 verrebbero ridotte a un’ora di durata, invece che un’ora e mezzo, e il tempo risparmiato verrebbe utilizzato per concedere agli appassionati di dare un’occhiata da vicino alle monoposto, rendendo al contempo più conveniente il prezzo del biglietto d’ingresso, quasi sempre molto oneroso. Le tre prove di qualifica, Q1-Q2-Q3 resterebbero intatte.
Nel 2021 verranno introdotti i nuovi motori. L’obiettivo richiesto si può riassumere in quattro punti: 1. Devono essere potenti, come è giusto che sia per la massima categoria motoristica. 2. Devono essere efficienti, cioè con potenza adeguata al consumo stabilito. 3. Devono essere a basso costo, o comunque accessibili alle aziende che vogliono entrare in Formula 1 senza indebitarsi fino al collo. 4. Devono essere adeguati al mondo reale, cioè alle tecnologie che un giorno potranno essere applicate anche su veicoli stradali.
Attualmente i motoristi impegnati in F.1 sono quattro: Ferrari, Mercedes, Renault e Honda. Con i primi due che forniscono metà schieramento. Si dovrebbero aggiungere Audi, Aston Martin, Porsche e Lamborghini. Anche nel 2021 si continuerà con le Power Unit da 1,6 litri V6 turbo-ibridi, però vi sarà una novità sul numero di giri in quanto si passerà dagli attuali 12.000 giri ai 15.000 giri/minuto con rispettivo aumento del flusso di benzina diretto al motore, attualmente fermo a 100kg/h.
Mi domando, ora, se cambieranno anche le norme sull’impiego del numero di motori fruibili per stagione, attualmente 3 per 21 gare. Dalle caratteristiche dei motori mi sembra di rilevare delle contraddizioni importanti: come spendere poco per costruire motori potenti, efficienti e di lunga affidabilità? E soprattutto, cosa potrà significare l’adozione di tecnologie che potranno essere applicate alle vetture stradali se non studi molto approfonditi nei centri di ricerca dei costruttori e quindi spese maggiorate?
La gara sprint del sabato, poi, mi sembra una contraddizione in termini delle qualificazioni. Il sabato mattina scuderie e piloti sono impegnati in tre serie di qualifiche, con le prime due che determinano i 10 piloti che disputeranno la qualifica terminale. Non basta questa a stabilire la griglia di partenza? A cosa serve un mini Gp che toglierebbe alla Q3 tutto il suo valore tecnico? La risposta è semplice: a far soldi. Ma questo con lo sport non c’entra nulla. E così mi vien da pensare a Enzo Ferrari, Colin Chapman, Guy Ligier, Jack Brabham, Bruce McLaren e tutti gli altri che si rivolteranno nella tomba. Mentre Bernie Ecclestone ride a crepapelle.