Mi ha colpito una frase di Charles Leclerc nell’intervista del collega della Gazzetta dello Sport, Massimo Lopes Pegna. Chiede l’intervistatore: “Lei ha detto: Vado alla Ferrari per cercare di vincere subito. Una grande fiducia nei suoi mezzi o un pizzico di arroganza?”. Ed ecco la risposta del pilota: «Ci tengo a chiarire che alcuni titoli di giornale non mi sono piaciuti, perché non hanno capito lo spirito della mia dichiarazione e mi hanno definito un arrogante, appunto. Non è questo il messaggio che volevo trasmettere. Come pilota credo sia giusto affermare che non vado in Ferrari per puntare a piazzarmi quarto. Non è quello che voglio fare: penso sempre a vincere. So che è un obiettivo molto ambizioso, però è così che si ottengono i migliori risultati. Se punti in alto e non ce la fai, magari arrivi poco più basso, ma se rinunci in partenza all’obiettivo massimo, sbagli. Io la vedo in questo modo e non la considero arroganza. È solo la mia forte volontà di fare bene a ogni costo. È determinazione».
Mi sembra che Leclerc sia stato giustamente chiaro, sia nel suo proposito sia nel suo obiettivo. Non vado alla Ferrari per puntare a piazzarmi quarto, dice. Non aggiunge, ma lo si intende dalle parole: vado alla Ferrari per vincere, quindi per battere anche Sebastian Vettel. Leclerc ha ragione, non si tratta di arroganza ma di determinazione. Tutto sta , adesso, a vedere se Maurizio Arrivabene che è lo sponsor principale di Vettel accetterà che il ventunenne monegasco metta in discussione alla Ferrari il quattro volte campione del mondo tedesco. Io penso che Leclerc debba seguire il proprio istinto e la propria determinazione senza guardare in faccia al collega più anziano. Il concetto è chiaro: prima di tutto viene l’interesse della Ferrari, interesse che quest’anno i piloti di Maranello hanno, è lì sotto gli occhi la classifica iridata, spesso trascurato.
In Formula 1 vale, e soprattutto in Ferrai, deve valere l’opinione espressa più e più volte dal Drake: il peggior avversario di un pilota è il suo compagno di squadra. Charles Leclerc, in conclusione, ha già dimostrato quel che ha fatto al volante di una Sauber Alfa Romeo. Ma soprattutto ha dimostrato, un anno fa nei test di Budapest, quel che vale al volante di una Ferrari. In questo momento Max Verstappen è il giovane di maggior caratura della Formula 1. Maurizio Arrivabene, in conclusione, avrà in squadra un giovane che potrà dare del filo da torcere, nei risultati e nella popolarità, sia all’olandese della Red Bull sia al proprio compagno Sebastian Vettel. Non sprechi, dunque, il team principal della Ferrari la grande occasione di portare un giovane pilota verso i vertici della formula 1 e, chissà, verso il titolo Mondiale. Perché, caro Maurizio Arrivabene, Charles Leclerc potrebbe essere anche la sua la grande occasione di passare alla storia della Formula 1.