Desio – Non bastavano i vandali. Anche i ladri hanno preso di mira il Polo Tecnologico, il capannone di proprietà del comune, devastato una decina di giorni fa. In settimana dall’immobile sono scomparse tre grandi e preziose fotocopiatrici. Erano sistemate al terzo e ultimo piano della struttura, destinata ad ospitare il Consorzio Desio Brianza. I ladri sono riusciti a portarle via, nonostate il loro peso. Due erano ancora imballate. I malviventi sarebbero entrati facendo un buco nella parete. E poi sono riusciti a scappare indisturbati, approfittando anche che il sistema d’allarme è ancora fuori uso, dopo che i vandali hanno tranciato i cavi, durante il raid.
E non è questo il primo furto che si verifica nella struttura. Ad accorgersi della nuova incursione è stato il sindaco Roberto Corti, che mercoledì pomeriggio è tornato nel capannone, a due passi dalla stazione ferroviaria, per un nuovo sopralluogo con i tecnici. “Noi non ci fermiamo” commenta Corti. Secondo i progetti dell’amministrazione, nell’immobile ceduto al comune dagli Addamiano in cambio del permesso di realizzare il grattacielo, dovrà trasferirsi il Consorzio Desio Brianza, ente specializzato nella formazione professionale, che ora ha sede in via Galeno. Il trasferimento era previsto per settembre. Ma lo stabile adesso è completamente devastato. Prima occorre ripristinare gli ambienti.
“Una parte del trasferimento potrebbe avvenire ugualmente a settembre” spiega il primo cittadino che sta attivando le procedure per la stima dei danni e l’avvio dei lavori. I tre piani sono sottosopra. Spaccati gli arredi e gli strumenti che erano già stati sistemati: banchi, scrivanie, strumenti informatici. Il video pubblicato su youtube con le immagini girate all’interno parla da solo: si vedono i pavimenti divelti, i controsoffitti che cadono a pezzi, cocci di vetro ovunque. “E’ un’operazione premeditata” ripetono da palazzo. “E’ un fatto grave che non cambia il nostro modo di amministrare” dice il sindaco. Mentre proseguono le indagini dei carabinieri, la città si interroga. Chi può essere stato l’autore di un atto così grave? “Se il sindaco sospetta una vendetta – dice Fabio Bigatti – io gli do credito. Probabilmente con le sue scelte ha dato fastidio a qualcuno. C’è una parte dei desiani che risente dei mancati favori concessi”.
“Mi dispiace – aggiunge Giuseppe Motta – E ‘ stata una ripicca? Desio non si merita tutto questo”. Contro il comune. Ma anche contro il sistema Paese. C’è chi ipotizza che il gesto sia scaturito dall’esasperazione. “E’ la rabbia” dice Anna. “C’è un malessere generale – aggiunge Maria – ma può anche darsi che qualcuno ce l’abbia col sindaco”. “Può essere una protesta generica contro la situazione difficile – ipotizza Sara Montrasio – Io comunque non sapevo che esistesse il Polo”. In effetti, tanti non sanno. E sono pochi i desiani che commentano mettendoci nome e faccia: “Ora dovremo pagare noi, che siamo già tartassati dalle tasse” dice Angela Paviglianiti, che accetta, dopo un po’ di resistenza, di farsi fotografare.