Diossina, gli allarmirestano inascoltati

Diossina, gli allarmirestano inascoltati

La diossina provoca gravi lesioni all´organismoMarginali in laboratorio e spinose nel confronto tra società civile e istituzioni, le ricerche sulle conseguenze dell’esposizione alle sostanze tossiche non sembrano ricevere l’attenzione che meritano e che a gran voce reclamano. Eppure i recenti fatti di cronaca, emersi come fantasmi dal mare o dal sottosuolo, imporrebbero un drastico cambio di prospettiva e una presa di coscienza capace di opporsi alla distruzione a cui l’uomo sembra condannare l’ambiente in cui vive e quindi anche sé stesso.

Rifiuti tossici in abbondanza – I rifiuti tossici sono prodotti in abbondanza e circolano in maniera non sempre legale nel nostro Paese e nel mondo intero. Alcuni territori sono diventati vere e proprie pattumiere di sostanze radioattive, composti nocivi e diossine, che tengono sotto minaccia costante la salute degli abitanti. Nonostante il mondo scientifico abbia lanciato l’allarme da tempo, i risultati che emergono dai diversi studi sembrano destinati a rimanere inascoltati.
Tra le nuove scoperte, quella di Paige Lawrence, professore associato di Medicina ambientale, Microbiologia e Immunologia presso la University of Rochester Medical Center, ha dimostrato che l’esposizione alla diossina durante la gravidanza danneggia la crescita e lo sviluppo del tessuto mammario, riducendo la formazione di dotti e lobuli alveolari e arrivando anche ad impedire il naturale processo di produzione del latte materno. In particolare, la diossina interferisce con il normale ciclo vitale delle cellule epiteliali mammarie, alterandone i processi di proliferazione, differenziamento e apoptosi che avvengono durante il periodo gestazionale. Pur essendo state individuate finestre di esposizione a maggiore rischio, è certo che un’esposizione costante alla diossina durante tutto il periodo della gravidanza provoca una riduzione della proliferazione cellulare pari al 50 per cento, riscontrabile precocemente già al sesto giorno di gestazione.
«Si stima che nel mondo dai 3 ai 6 milioni di mamme hanno problemi con l’allattamento, oppure non producono latte a sufficienza per nutrire i neonati – afferma la dottoressa Lawrence – Sebbene fosse plausibile una correlazione con gli inquinanti ambientali, la relazione causa-effetto non era finora inconfutabile». Questo studio, pubblicato sulla rivista Toxicological Sciences, ha il merito di aver mostrato definitivamente l’effetto deleterio dell’inquinamento ambientale da diossine sullo sviluppo della ghiandola mammaria durante la gravidanza.

Possibili obiezioni – Un’obiezione, peraltro consueta, potrebbe essere mossa: i risultati di questo studio sono stati ottenuti negli animali da esperimento, per i quali è facile controllare l’esposizione alle molteplici sostanze tossiche, non altrettanto si può fare per l’uomo. Tuttavia, lo scopo di questo e di altri studi simili è quello di valutare l’impatto degli inquinanti sullo sviluppo e sul funzionamento dell’organismo, così da fornire elementi adeguati per ridurre il rischio sulla salute, ad esempio attraverso processi legislativi appropriati.
Cosa sono le diossine – Le diossine costituiscono un gruppo di composti aromatici policlorati con struttura e proprietà chimico-fisiche analoghe, che si formano a seguito di processi chimici di varia natura e sono considerate inquinanti organici persistenti, presenti nell’atmosfera, nell’acqua, nel suolo e in alcuni alimenti. Numerose sono le fonti di produzione delle diossine, dalle attività industriali all’incenerimento dei rifiuti solidi urbani e ospedalieri, dallo sbiancamento della carta agli incendi boschivi, la diossina viene emessa anche dal fumo di sigaretta, dagli autoveicoli ed è un ingrediente di erbicidi e pesticidi. Le diossine sono inoltre insolubili in acqua e non sono biodegradabili, pertanto si accumulano nel tessuto adiposo e permangono nella catena alimentare. Un territorio di distruzione molto vasto, al punto che ciascuno di noi presenta tracce di diossina nell’organismo, assorbita principalmente attraverso i prodotti alimentari di origine animale.

Le conseguenze – Brevi esposizioni ad alti livelli di diossine provocano lesioni cutanee e malfunzionamento epatico, mentre esposizioni prolungate nel tempo a bassi livelli di questi inquinanti interferiscono con l’integrità del sistema immunitario, con lo sviluppo del sistema nervoso, con il sistema endocrino e riproduttivo. Il composto TCDD (la diossina immessa nell’ambiente a seguito del disastro di Seveso) ha inoltre un potente effetto teratogeno e cancerogeno in tutti i mammiferi e, tra le diossine, è quella che possiede la più alta affinità per il recettore AhR (aryl hydrocarbon receptor), una proteina presente anche nel tessuto mammario. L’attivazione di questo recettore induce l’espressione di numerosi geni coinvolti nei processi di detossificazione, nella regolazione dei ritmi circadiani, nelle risposte ormonali e nell’organogenesi. Negli ultimi 30 anni i ricercatori hanno concentrato i loro sforzi principalmente sulla valutazione degli effetti che l’esposizione prenatale agli inquinanti ambientali può causare allo sviluppo del feto.
Le linee di ricerca di Paige Lawrence puntano i riflettori anche su altri effetti tossici, non necessariamente cancerogeni, ma ugualmente pericolosi. I risultati dimostrano che la ghiandola mammaria durante la gravidanza è suscettibile all’azione tossica della diossina, che attivando in maniera anomala i recettori AhR stimola l’espressione di geni che possono compromettere il normale sviluppo del tessuto mammario. Questo dicono i risultati. Corre l’obbligo di ascoltarli davvero, per non essere sconfitti del tutto.

Marina Ferrario