desio rette asili

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Parte ufficialmente la “rivoluzione delle rette” delle scuole d’infanzia. La giunta ha deliberato le tariffe che scatteranno dal prossimo anno scolastico. Non ci sarà più una quota mensile uguale per tutti di 150 euro. Ma cifre diverse, calcolate in base al quoziente Isee (che tiene conto del reddito e delle proprietà patrimoniali della famiglia). Le quote vanno da un minimo di 115 euro al mese (per chi ha un quoziente sotto i 4 mila euro) ad un massimo di 220 euro (oltre i 32 mila euro). Fuori dalle fasce chi non è residente a Desio, per cui è prevista una retta di 250 euro. “Ci sarà chi pagherà di più ma anche chi pagherà di meno rispetto a prima” dice il sindaco Roberto Corti, che specifica: “E’ un obbligo di legge far pagare i servizi alla persona in base alle capacità economiche. Gli altri comuni già lo fanno. Desio era uno dei pochi della zona che non aveva ancora applicato questo criterio” . “Sappiamo che le nuove tariffe porteranno contraccolpi – dice l’assessore all’istruzione Franca Biella – . Ma sia chiaro: il comune continua a investire soldi per le scuole. Anzi. Ne mettiamo a disposizione più di prima. Se non avessimo introdotto il sistema Isee, la tariffa avrebbe dovuto essere di 180, 190 euro per tutti. Avvieremo un anno di sperimentazione, stiamo valutando riduzioni per chi ha più figli”. L’amministrazione comunale ha previsto per il 2012 un finanziamento di 550 mila euro per le materne. L’anno scorso era di 520 mila. Nel 2010, 506 mila. E nel 2013 la cifra salirà a 600 mila. E’ il sindaco a snocciolare i numeri: “Il comune continua a finanziare le scuole, aumentando i contributi. Le scuole soffrono i tagli dei trasferimenti statali e regionali. E noi dobbiamo garantire il servizio”. Le cifre saranno comunicate alle famiglie che hanno iscritto i propri figli al prossimo anno scolastico, nelle scuole paritarie e comunali. Ai genitori, al momento dell’iscrizione, nelle scorse settimane, non era stato ancora comunicato nulla, proprio perché tutto era ancora in fase di definizione. “Ci abbiamo messo un po’ di tempo. Le famiglie hanno protestato” ammette l’assessore Biella. Ora si passerà alla definizione delle classi. E della lista d’attesa. “Abbiamo 2 scuole statali – dice la Biella – ma avrebbero dovuto essere di più. Si è dormito quando si poteva fare la richiesta, negli anni passati. Noi la stiamo portando avanti adesso”.
“Comunque – ipotizza l’assessore – le liste d’attesa sono in diminuzione rispetto agli anni passati, come è già accaduto ai nidi” P.F.