Desio, lettera nell’urna elettorale:Mia moglie morta per malasanità

Desio – Una lettera di protesta, per denunciare un caso di malasanità. L’ha scritta un desiano rimasto vedovo da poco, che non si dà pace per la morte improvvisa della moglie. E per sottolineare la sua rabbia, mista a dolore, l’uomo ha pensato di attirare l’attenzione delle istitutizioni in un modo piuttosto insolito: ha imbucato la sua lettera, scritta a mano, non in una qualsiasi casetta delle lettere, ma nell’urna elettorale.

“Sono costretto a denunciare la malasanità dell’ospedale di Desio e della Asl, per il mancato interessamento nei confronti di mia moglie” scrive il pensionato, che ripercorre i giorni precedenti la morte della donna, avvenuta il 28 gennaio scorso. Una cronaca dettagliata, con date e orari precisi, per testimoniare e denunciare la scarsa attenzione dei sanitari davanti al caso dell’anziana sofferente.

A cominciare dalle ore trascorse al Pronto Soccorso: “Ricoverata venerdì 22 gennaio dalle 16 alle 22.30, poi portata nel reparto di ortopedia invece che nel reparto di medicina, per mancanza di letti. E abbandonata a sé stessa. Mentre il marito era presente giorno e notte”.

Dall’ortopedia, dopo qualche giorno di attesa, la donna viene trasferita: “Lunedì 25 gennaio è trasferita nel reparto di medicina, perchè gli operatori dell’ortopedia dice che non è compito loro seguirla. La donna, ammalata, peggiora senza che nessuno ne capisca il motivo. Il 26 gennaio i dottori si accorgono che c’è un virus”. Le sue condizioni si aggravano sempre più.

“Giovedì 28 gennaio, alle 10 del mattino, viene portata in sala di rianimazione, su ordine del primario. Sono presenti tutti i medici del reparto di medicina. Alle 22 la donna muore”. E il marito non si rassegna. “Anche il medico di famiglia ha le sue colpe, vergogna” scrive ora, disperato.

Il pensionato, nella lettera, racconta l’antefatto: “Ho chiamato il medico di famiglia il 22 gennaio. Lui ha suonato al cancello di casa ma io non ho potuto aprirgli perchè stavo accudendo mia moglie, che era appena caduta. Il dottore se n’è andato”. Medico e pensionato si sentono per telefono, lo stesso giorno.

“Gli ho spiegato il motivo per cui non avevo aperto la porta e gli ho chiesto di tornare ma lui ha detto che doveva aprire l’ambulatorio. E’ tornato il giorno dopo: viene, non visita l’ammalata, le chiede semplicemente di alzare braccio e gamba , per dedurre che non si tratta di una paresi. E se ne va”. Il pensionato ripete il concetto. “Se ne va. Io chiamo il 118. Visto poi cosa è successo?”.
P.F.