Desio, arrestato don Alberto BarinIl cappellano accusato dai detenuti

Don Alberto Barin, desiano, 51 anni, cappellano del carcere di San Vittore, è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale aggravata e concussione. Ad accusarlo sei detenuti dell'istituto di pena milanese dove opera dal 1997.
Don Barin, domiciliari in conventoma divieto di contatti con l’esterno

Desio – Un’accusa pesantissima, violenza sessuale. Don Alberto Barin, 51 anni, desiano, cappellano del carcere di San Vittore, è stato arrestato martedì pomeriggio con le accuse di violenza sessuale continuata e aggravata e concussione.

Il religioso, cappellano dell’istituto di pena milanese dal 1997, è stato accusato da sei detenuti di aver concesso favori, cibo e condizioni di vita migliori all’interno del carcere in cambio di prestazioni sessuali da parte di detenuti stranieri.

Il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati ha emesso un comunicato: «nel pomeriggio odierno, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il tribunale di Milano, ufficiali di polizia giudiziaria della IV sezione della Squadra Mobile e della Polizia Penitenziaria di Milano, hanno tratto in arresto don Alberto Barin, cappellano della Casa Circondariale di Milano, indagato per violenza sessuale in danno di sei detenuti e per concussione».

Inquirenti e investigatori avrebbero installato telecamere nell’ufficio e nell’abitazione del religioso dove sarebbero avvenute le violenze, per quattro anni, dal 2008 al 2012.

Solo qualche settimana fa, il 4 novembre, il religioso era stato nella sua Desio per un incontro pubblico sulla paternità in carcere. Oltre trecento le persone che erano accorse a sentirlo. Don Barin aveva accennato, una dietro l’altra, a storie vere di carcerati che chiamavano in causa la paternità.

La Curia di Milano, in un comunicato: «esprime il proprio sconcerto e il dolore per l’arresto di don Alberto Barin e per i fatti che al cappellano della Casa circondariale di san Vittore sono contestati. Fin da ora manifesta la massima fiducia nel lavoro degli inquirenti e la disponibilità alla collaborazione per le indagini».