C’era una volta… Anche nell’era di internet e della comunicazione istantanea una storia può iniziare come una favola: tutto invecchia con una rapidità che lascia sbalorditi. Pensiamo al vecchio modem: sì, proprio a quella scatoletta che, con un groviglio di fili, attaccavamo al computer da una parte, alla presa telefonica e alla spina dall’altra.
Quando eravamo fortunati (e non ci toccava invitare a cena l’amico più esperto per configurarlo) riuscivamo a usarlo per connetterci a internet. Nato negli anni ’40 del (qui è il caso di dirlo) millennio scorso, il modem per tanti è stato il primo passo nella Rete. Con una velocità di connessione (56 kbps) ridicola, se paragonata a quelle disponibili oggi.
E pensare che prima c’era anche di peggio: come l’accoppiatore acustico, un dispositivo che invia e riceve i dati del computer attraverso una linea telefonica usando suoni, piuttosto che i segnali elettrici. Chi lo ha sperimentato era costretto a legare la cornetta al «marchingegno» per stabilire il contatto. Poi doveva lavorare il più possibile in silenzio, per non disturbare il segnale. Preistoria.
Al modem, verso la fine degli anni ’90, si affiancarono le linee telefoniche Isdn da 64 e 128 kbps: fu un grande passo in avanti. Nel frattempo però, a Bergamo, era passato anche il progetto Socrate (Sviluppo Ottico Coassiale Rete Accesso Telecom): la città fu devastata da cantieri per posare tubi in cui far passare una rete a banda larga destinata a portare in tutte le abitazioni la connessione a internet e la tv via cavo. Furono anni di sofferenza per gli automobilisti, costretti a gincane interminabili per spostarsi: il progetto fu abbandonato intorno al ’97.
Già, perché nel frattempo era stato scoperto che con il vecchio cavo telefonico, che tutti avevano in casa, si poteva sfruttare la tecnologia Adsl (da 640 kbps sino a 20-30 Mbps), quella che ancora oggi la maggior parte di noi usa. Tutti gli operatori telefonici si sono adeguati e, anche se qualcuno ha provato la strada della diffusione delle fibre ottiche, quel groviglio di tubi sotto la città è rimasto inutilizzato.
Da alcuni anni internet è diventata accessibile in mobilità: la diffusione delle chiavette usb (con il Gprs, l’Umts, l’Hsdpa) ha consentito di raggiungere rapidamente velocità invidiabili (7.2 Mbps), usate anche da palmari e tablet. È la tecnologia 3G: quella che ha trasformato anche l’informazione, facendo letteralmente volare le notizie. Ora, mentre ancora si parla dell’Hspa+ (tecnologia che permette teoricamente velocità fino a 28,8 Mbps, ma che pochi hanno sperimentato), ecco che anche a Bergamo gli scaffali dei negozi si stanno riempiendo dei nuovi modem 4G.
Siamo alla quarta generazione. Si acquista il modem (ce ne sono anche in pacchetto prova, con un mese di navigazione incluso a 29 euro), si porta a casa, si configura in 5 minuti. Ed è fatta. L’Adsl è diventata portatile: ai modem 4G ci si può connettere sia via cavo che in wifi. Con un enorme vantaggio: quando andate in ferie l’Adsl potete portarla con voi. Alla faccia di Socrate (il progetto, ovviamente) e di quell’enorme groviglio di tubi su cui camminiamo. Ma già lo sappiamo: fra pochi anni qualcun altro dovrà riscrivere questa storia. Comincerà con «C’era una volta il 4G».
Roberto Clemente