Cesano, smaltimento rifiutiAlla Snia si teme San Rocco

Tiene banco il caso Bte, l'azienda specializzata nello smaltimento di rifiuti industriali, che prosegue nel voler aprire un impianto di smaltimento fanghi in via Groane, dove una volta c'era il depuratore dell'ex Nylstar. La preoccupazione dei residenti.
Cesano, smaltimento rifiutiAlla Snia si teme San Rocco

Cesano – La parola d’ordine è non abbassare mai la guardia. É l’appello lanciato, venerdì 22 luglio, da Natale Zappella, presidente di ”Insieme per il Villaggio” che ha richiamato al centro anziani della Snia una cinquantina di persone per discutere i problemi del quartiere. Tema portante è stato certamente il caso Bte, l’azienda specializzata nello smaltimento di rifiuti industriali, che ha proseguito sulla strada di voler aprire un impianto di smaltimento fanghi industriali in via Groane, dove una volta c’era il depuratore dell’ex Nylstar. Com’è noto lo spazio è già della Bte, acquistato all’asta, ma non ha ancora l’autorizzazione provinciale per avviare l’attività. «Sappiamo che c’è stato un intervento dell’ufficio tecnico, che ha bloccato i lavori per riaccendere l’impianto – ha spiegato Zappella – e dal canto nostro insieme al ”Comitato civico frazione Snia”, rappresentato da Edgardo Zilioli, ci siamo mossi a livello istituzionale. Abbiamo incontrato il sindaco di Limbiate e si è detto disponibile a riaprire il ricorso al Tar contro la delibera regionale che consentiva il funzionamento dell’impianto. Noi comunque ci opporremo su ogni fronte» perché la grande paura è che il depuratore del San Rocco a Monza, vecchio e mal digerito dai residenti, possa trasferire al Villaggio Snia la raccolta e depurazione dei fanghi raccolti dai tombini della provincia di Monza e Brianza.

«É importante continuare a vigilare – ha sollecitato Zappella – anche in questo mese d’agosto bisogna controllare che l’attività non abbia inizio». Oltre a questo problema che potrebbe segnare profondamente il Villaggio: «Se non altro – come ha dichiarato Zappella – disincentivando operatori residenziali a realizzare nuove case dove c’è un impianto di lavorazione rifiuti», tra il pubblico si sono sollevate altre tematiche più spicciole, ma certamente altrettanto importanti. In via Torre Viscosa non ne possono più ”dell’acqua alta”. Qui non siamo a Venezia e ritrovarsi di fronte a enormi pozze, quando cadono solo due gocce d’acqua, ha spinto più volte gli abitanti a impugnare la cornetta e a chiedere disperatamente l’uscita della polizia locale o di Gelsia. Il motivo del problema? É necessario ripulire a fondo tutti i tombini, liberarli dalle radici delle piante. Come se tutto ciò non bastasse, la scorsa settimana qualcuno ha persino rubato un chiusino e una residente ha messo in sicurezza il buco, coprendolo con un asse di legno.

Cristina Marzorati