Carate, oltre cinquemila fedelialla Via Crucis con il cardinale

Carate, oltre cinquemila fedelialla Via Crucis con il cardinale

Carate – "Se riceviamo amore da Dio lo dobbiamo donare a tutti, in particolare agli ultimi e ai più bisognosi". Così, venerdì sera, sui gradini della chiesa prepositurale dei santi Ambrogio e Simpliciano, l’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, in conclusione della Via Crucis che ha radunato a Carate oltre cinquemila fedeli da tutta la zona pastorale di Monza.

Offerte per chi è senza lavoro – Un appello che non è rimasto inascoltato: al termine della cerimonia il prevosto di Carate, don Gianpiero Magni, ha infatti invitato i presenti, a nome dei sacerdoti dell’intera zona pastorale, a lasciare un’offerta per il “Fondo famiglia – lavoro” istituito dal cardinale lo scorso dicembre per tendere una mano a chi perde lavoro a causa della crisi economica. Prima di raggiungere Carate per presiedere la cerimonia, il cardinale è stato nella nativa Renate per una visita lampo a mamma Giuditta, 98 anni. Ad accoglierlo in via Cusani, davanti alla cappella mariana, c’erano autorità civili e militari, i sacerdoti della zona pastorale V,i rappresentanti di associazioni e gruppi e una folla straripante che lo ha avvolto. A introdurre il cammino orante il vicario episcopale di zona, monsignor Armando Cattaneo.

Nel nome di San Paolo – “Con Paolo sulla via della croce. Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo" è stato il titolo della meditazione che l’arcivescovo ha proposto ai fedeli, prendendo spunto dai temi delle lettere dell’ “apostolo delle genti”, in continuazione con le celebrazioni dell’anno “paolino”. In un silenzio irreale, rotto solo dalla preghiera, il serpentone dei fedeli si è snodato, dietro la croce luminosa che apriva il cammino, lungo le vie Cusani e San Giuseppe illuminate dalle candele alle finestre delle case, per poi raggiungere piazza IV Novembre, alternando alla proclamazione del Vangelo momenti di silenzio e di preghiera comune, preziosa occasione per contemplare la passione di Cristo. Poi, raggiunta la piazza della chiesa,il cardinale ha preso la parola per una riflessione: "Il tesoro di cui ha bisogno il mondo – ha detto – è l’amore di Dio che si trova nella nostra umanità segnata da debolezza e provata dalla fatica. Ai piedi della croce di Cristo c’è il corpo del mondo segnato dal dolore. Ma dietro questa umanità dolorante si manifesta la potenza di Dio". E come san Paolo nelle sue lettere, anche il cardinale ha ammonito: "State attenti e vigilate perché corriamo il rischio di essere nemici della croce di Cristo. Il primo nemico della croce è l’egoismo, il secondo è la paura di vivere la nostra fede in modo coerente e gioioso, nonostante i rifiuti e le vere e proprie persecuzioni. Siamo vigilanti, dunque, e diventiamo ancora più generosi: se riceviamo amore da Dio lo dobbiamo donare a tutti, in particolare agli ultimi e ai più bisognosi, anche con i piccoli gesti della nostra giornata".

Torta di compleanno – Poi, ricordando il ventennale della morte di monsignor Salvatore Colombo, caratese, primo vescovo di Mogadiscio, trucidato davanti alla sua cattedrale in Somalia, ha aggiunto: "Preghiamo il Signore perché ci lasci abbracciati alla croce di Cristo da cui deriva consolazione: Lui è la speranza e la gioia del mondo intero e di ogni nostro cuore". Ed è stato un abbraccio corale l’applauso caloroso che si è alzato da tutta la piazza per fare all’arcivescovo tanti auguri per il suo settantacinquesimo compleanno compiuto proprio il giorno dopo. Dai ragazzi dell’oratorio Agorà, che quest’anno festeggiano il centenario del “loro” centro giovanile, la consegna al cardinale di una maxi torta.
Alessandra Botto Rossa