Caponago, tre malori e denunceContinua la protesta anti-cava

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Caponago – Tre malori e ancora polemiche attorno alla cava Vitali. Proprio mentre arrivano le considerazioni di Arpa, pubblicate dal Comune: «Gli odori ci sono, ma sono diffusi». Nei giornis corsi i residenti di cascina Bertagna hanno segnalato un episodio per loro riconducibile agli impianti della cava : «Tre persone, due adulti e un bambino, all’interno della cascina, hanno accusato sensi di nausea e difficoltà a respirazione – dicono – tutto è documentato tramite regolare denuncia effettuata ai carabinieri». E a latere, una nuova serie di scritte contro la nuova cava ha ricoperto le strade della zona.

Sono gli stessi giorni in cui sono state rese note le valutazioni dell’Agenzia regionale per l’ambiente, relative agli impianti per la produzione di bitumi, all’interno del sito gestito da Vitali spa. A dare la notizia della pubblicazione della relazione è il sindaco Carlo Cavenago che con una nota fa sapere: «Per trasparenza amministrativa abbiamo deciso di pubblicare la “Relazione di sopralluogo e di accertamento dello stato d’inquinamento atmosferico” fatto dall’Arpa presso l’insediamento produttivo di via Bertagna e pervenuta al protocollo del comune il 22 aprile». La relazione dei tecnici regionali ha evidenziato che «tutti gli impianti di controllo e per la salvaguardia dell’ambiente rispettano le norme di legge».

Stando alle stime dell’ente regionale, l’impianto di Caponago produce all’anno circa 200mila tonnellate di materiale bituminoso. Inoltre la relazione ha sottolineato che «le scelte di carattere impiantistico, nel quale il fresato viene addizionato in zone del forno di essiccazione con un’alta temperatura, potrebbero comportare condizioni tali da generare emissioni odorigene». Gli odori che sentono alla cascina Bernatagna ci sono, ma gli esperti concludono così la loro relazione: «Per quanto riguarda le segnalazioni di molestie olfattive si ipotizza che le l’origine del problema sia da rapportarsi a sorgenti diffuse (e non convogliate)».

I tecnici hanno provato anche a fare delle ipotesi su quali siano queste “sorgenti diffuse”: «Sarebbero sorgenti areali passive, prive di flusso proprio in particolare derivanti dal carico degli automezzi e dal trasporto di conglomerato bituminoso». Dal comitato per la difesa del territorio dicono«Fatto sta che se lì non ci fosse stata la cava, noi non sentiremmo l’odore che ci attanaglia sotto le nostre finestre».
Lorenzo Merignati