Monza – Sono 25 soltanto a Monza le misure cautelari nell’ambito della operazione Briantenopea che ha portato lunedì dall’alba all’emissione di 76 richieste di misura cautelare. Trentacinque complessivamente le custodie in carcere, otto quelle domiciliari e undici gli obblighi di firma.
L’ex assessore Giovanni Antonicelli resta il più «illustre» tra i soggetti raggiunti dai provvedimenti. Gli altri sono «manovalanza criminale». «Antonicelli aveva un impiego attivo nell’organizzazione criminale, era l’elargitore di appalti per la Pmg di Esposito e il punto di riferimento dell’associazione per risolvere problemi nella pubblica amministrazione» hanno detto gli investigatori durante una conferenza stampa, lunedì mattina, a Milano, alla presenza del pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e dei vertici milanesi e monzesi dell’Arma.
Esposito è Giuseppe, 61 anni, il presunto capo della organizzazione in Brianza, Villasantese, amministratore ombra della Pmg, azienda di costruzioni cui Antonicelli avrebbe affidato la manutenzione della case Aler a Monza in cambio di voti. Da intercettazioni è emerso una sorta di tariffario per la compravendita del voto: 30 euro per il singolo, 50 euro forfettarie a famiglia.
Un pezzo da novanta Esposito: secondo intercettazioni avrebbe incontrato a Monza il boss della camorra Mario Savio, detto il «boss scrittore», uno dei capi storici della camorra cutoliana, autore da (finto) redento del libro «La mala vita» e riarrestato nel 2012 per estorsione aggravata.
L’associazione a Monza avrebbe fatto un po’ di tutto, dalle rapine, alle estorsioni. E numerose clonazioni di bancomat. Tra le rapine, una riuscita a un bar tabacchi con un bottino di oltre tremila euro, una tentata a un bazar di via Lecco. A un imprenditore di Monza, a proposito di estorsioni, è stata intercettata una minaccia di Esposito: «Voglio i piccioli». Sempre lui sarebbe stato il mandante di una rapina in un bar di Brugherio e di un’altra estorsione ad una azienda di Concorezzo.
Roberto Magnani
Federico Berni