Cambiago, centro rifiuti specialiE’ vicino il via libera della Regione

Cambiago –  L’impianto di smaltimento rifiuti? Tra trenta giorni la comunicazione ufficiale dalla Regione Lombardia. Ma si sa già che arriverà una fumata bianca: «I tecnici devono solo applicare la legge – ha detto l’assessore ai lavori pubblici Claudio Marra – e dall’incontro di martedì sembrerebbe che non ci sia nulla in contrario». Il primo step da superare per la Stucchi servizi ecologici sembrerebbe esser stato fatto.

La Valutazione di impatto ambientale redatta dalla regione darà pubblicata entro metà novembre, ma dall’incontro avuto in regione tra le amministrazioni comunali di Cambiago, Masate e Basiano, l’indirizzo dell’ufficio tecnico si sta dirigendo verso un nulla osta. «Ho fatto presente alla commissione tecnica – ha detto Marra – che voglio tornare dai miei cittadini e dire loro che, se anche ci fosse un impianto di smaltimento rifiuti sul territorio di Cambiago, questo sia sicuro al 100 percento».

I rischi che si possono correre da un simile impianto sono molteplici: «La Valutazione di impatto ambientale dirà che non ci sono grossi rischi idrogeologici – spiega Marra – ma è un dato di fatto che nell’impianto verranno trattati metalli pesanti, come nichel e cadmio, e idrocarburi. I rischio che qualcosa possa finire nelle falde acquifere esiste. Senza contare la qualità dell’aria che diminuirà sensibilmente». Una posizione più scettica viene dal Comitato “No impianto”, guidato dall’assessore alle politiche sociali Marco Palazzi: «In questi giorni ci siamo mobilitati per cercare riscontri ai nostri timori nella letteratura medica. Se da una parte è vero che con le nuove tecnologie non sono riscontrabili significative ricadute sulla salute della popolazione, con le vecchie tecnologie si sono registrati casi anche di malformazioni congenite».

All’incontro istituzionale ha preso parte anche la commissione comunale di vigilanza che si occupa della questione. In attesa della comunicazione ufficiale, l’iter burocratico da affrontare per l’azienda si compone ancora di un passaggio fondamentale: quello in provincia. La palla verosimilmente, a meno di decisioni politiche che blocchino il percorso, passerà agli uffici competenti provinciali nei quali si discuterà nel merito il progetto e si imporranno le prescrizioni operative su come dovrà essere costruito l’impianto.

«Non siamo ideologicamente schierati contro l’impianto – ha aggiunto Marra – stiamo valutando i rischi che la popolazione potrebbe correre, proprio riguardo la falda acquifera e la qualità dell’aria». Nell’impianto saranno trattati, tra gli altri, fanghi di scarti industriali e acque nere derivanti dalle fosse biologiche.
Lorenzo Merignati