Sistemata la guida tecnica con l’ingaggio e la presentazione di Giovanni Stroppa, c’è da pensare alla rosa per il Monza calcio. Il problema è più che altro numerico, ci sono più di 35 giocatori a disposizione e bisogna necessariamente sfoltire, anche se qualche colpo in entrata è già stato concretizzato, come la permanenza di Di Gregorio in porta, l’arrivo di Brescianini sulla mediana e la trattativa in fase molto avanzata per trattenere Pirola in difesa e, ancora più recente, l’acquisizione di Mazzitelli per il centrocampo, ufficializzata nella serata di venerdì 9 luglio. In arrivo dal Sassuolo, forse come parziale contropartita per aver sviluppato così bene il talento di Frattesi lo scorso anno, il mediano sicuramente contribuisce ad aumentare il livello base di un reparto al quale dovrebbe aggiungersi anche Valoti nei prossimi giorni.
Ha firmato un contratto coi biancorossi fino al 30 giugno 2025. Il classe 1995 è un prodotto del settore giovanile della Roma con cui ha debuttato in Serie A a 18 anni. Nel 2016 è stato acquistato dal Sassuolo con cui ha giocato per due anni disputando anche 4 gare in Europa League, prima del prestito al Genoa. Dopo un’altra parentesi in Emilia e un’esperienza alla Virtus Entella, La scorsa stagione al Pisa, vanta 49 presenze in Serie A con un gol all’attivo e 88 in Serie B con 13 reti. Per lui anche 7 presenze con l’Italia Under 21.
Intanto si pensa alle uscite e così Diaw è andato in prestito al Vicenza, Scaglia verso il Como, mentre capitan D’Errico al Bari. Per lui i tifosi, ed in special modo la curva Davide Pieri, hanno speso parole importanti, difendendolo nei confronti di una società e di un allenatore, Cristian Brocchi, rei di non aver gestito al meglio l’ultima bandiera rimasta dai tempi della rinascita nei dilettanti. Tornando alle entrate, lì davanti è stato chiesto a Stroppa chi vorrebbe e lui e Galliani hanno risposto con un identikit: «Al mister interessano gli attaccanti che strappano», ha detto l’ad. «Mi piacciono quelli bravi», ha aggiunto il tecnico. Una punta centrale e uno tecnico alle spalle. Quella posizione di trequartista poi va riempita a turno con la rotazione delle mezzali. Non si parla di moduli («A Giovanni non piace sentir parlare di numeretti», ha spiegato il dirigente) ma si ripartirà essenzialmente dal 3-5-2 o comunque da un centrocampo con tre interni.