C’è un Indiana Jones a LentateScoperta un’antica moneta

C’è un Indiana Jones a LentateScoperta un’antica moneta

Lentate sul Seveso – La storia coprenese riemerge dal silenzio di un campo incolto a due passi dalla trafficata Nazionale dei Giovi. Potere anzi passione di un giovane archeologo urbano Giuseppe Longhi, 21 anni, al secondo anno di studi alla facoltà di Storia dell’Università Cattolica di Milano. Domenica 25 aprile, ironia del destino festa della Liberazione, armato di un metal-detector, ha voluto scoprire se un’idea che gli balenava nella mente da anni, fosse realtà.

Notata una curiosa striscia chiara in un campo all’incrocio tra le vie Nazionale dei Giovi e Beccaria a Copreno, scoperta attraverso un noto portale Internet di mappe e cartine, ha deciso di seguire quella linea immaginaria, che l’ha portato nel rettangolo verde tra le vie Nazionale dei Giovi, Trento e 5 Giornate e qui a due dita di profondità ha “liberato” un’antica moneta. Fortemente logorata dal tempo, mostra ancora la testa di un componente della famiglia Savoia circondata da undici lettere ancora leggibili: “Orio” e “Manuel”.

«Vittorio Emanuele, molto probabilmente Vittorio Emanuele secondo – ci dice emozionato Longhi mentre insieme a lui e a Matteo Turconi, presidente di “Arkaikos”, passeggiamo nel “terreno dei tesori” – Facendo delle ricerche su Internet ho scoperto che dovrebbe essere una moneta da dieci centesimi e risalire alla metà dell’ottocento». Insieme al conio Giuseppe ha riportato alla luce altri pezzi di ferro: «Ma sono ancora tutti da analizzare». Per Longhi però i dieci centesimi sono soltanto un piccolo passo verso una scoperta ben più grande.

«É noto – incalza lo storico Matteo Turconi – che la Nazionale dei Giovi in precedenza aveva un percorso differente e all’origine era un’antica strada romana, scavando si potrebbero fare straordinarie scoperte». Com’era stato negli anni sessanta, quando proprio a margine della Nazionale sempre a Copreno all’incrocio con via Beccaria vennero rinvenute urne cinerarie e ampolle di vetro del primo secolo oggi custodite nei musei di Como e Milano: «Purtroppo chiuse nei magazzini – incalza Turconi – non sono in mostra. Sarebbe bello che questi reperti di Lentate tornassero ai lentatesi, trovando casa in una sala espositiva accanto all’oratorio di Santo Stefano». Sulla ricerca di Longhi?

Il giovane “Indiana Jones” è pronto a continuare e Turconi solletica amministrazione e sovraintendenza: «Sarebbe necessario che anche le istituzioni dessero pieno sostegno a iniziative di questo tipo», che confermano una Lentate dalle profonde radici nel passato.
Cristina Marzorati