Burago, dodici avvisi di garanziaper la morte di Matteo La Nasa

Dodici avvisi di garanzia per la morte di Matteo La Nasa, il ragazzo morto dopo sedici mesi in stato di coma vegetativo. Sono stati notificati mercoledì. Il ragazzo di Burago Molgora era stato investito da un auto mentre si trovava seduto a un tavolo di un bar.
Burago, dodici avvisi di garanziaper la morte di Matteo La Nasa

Burago Molgora – Dodici avvisi di garanzia per la morte di Matteo La Nasa, il ragazzo morto lunedì dopo sedici mesi in stato di coma vegetativo. Sono stati notificati mercoledì su indicazione del sostituto procuratore di Lecco Rosa Valotta in vista dell’autopsia di venerdì pomeriggio all’ospedale Manzoni. L’obiettivo dell’autopsia, infatti, sarà quello di accertare le cause della morte e, aspetto fondamentale per l’inchiesta, verificare se il decesso sia una diretta conseguenza dell’investimento o meno. Il primo destinatario dgli avvisi di garanzia è il ragazzo che era alla guida della Peugeot che nel luglio dello scorso anno aveva investito Matteo mentre era seduto ai tavolini del bar lecchese Caminetto insieme alla fidanzata e ai genitori di lei.

Gli altri avvisi –
Altri avvisi di garanzia per i medici e il personale sanitario che hanno curato e seguito Matteo negli ultimi mesi di vita dopo l’incidente. Si tratta di due sanitari in servizio all’ospedale Manzoni, tre del San Gerardo di Monza, quattro di Villa Beretta e due della Nostra Famiglia. L’ipotesi di reato, per la quale è stato aperto un nuovo fascicolo in Procura è quella di omicidio colposo.

La dinamica –
La sera del 18 luglio Matteo era seduto a un tavolino del bar Caminetto con la fidanzata e la sua famiglia. All’improvviso una Peugeot 207, guidata da un ragazzo lecchese suo coetaneo, dopo un volo di trentadue metri, colpì in pieno Matteo, ferendo anche la madre della fidanzata. Le successive perizie dimostrarono che l’auto stava procedendo ad una velocità di 89 chilometri orari, quando il limite massimo era di 50. Da quel drammatico incidente Matteo non si era più ripreso: da allora era rimasto in coma e aveva bisogno di un’assistenza continua.
Lo scorso 7 ottobre era iniziato il processo davanti al giudice di pace e la famiglia di Matteo aveva deciso di partecipare all’udienza portando il ragazzo in aula sulla sedia a rotelle. Un gesto che aveva suscitato molto clamore. L’udienza era stata poi aggiornata al 2 dicembre. Ora la morte di Matteo, avvenuta dopo le complicazioni degli ultimi giorni, cambierà completamente anche lo scenario giudiziario.