Monza – E’ Francesco Beretta, attuale direttore degli Istituti clinici di perfezionamento di Milano, il nuovo direttore generale del san Gerardo di Monza. Raccoglie il testimone di Giuseppe Spata, per 13 anni ai vertici della sanità brianzola, prima all’azienda ospedaliera di Vimercate e negli ultimi 3 anni a Monza. Per Spata ha pesato l’anagrafe (67 anni), ma, secondo indiscrezioni, anche qualche scontro in regione sul progetto di ristrutturazione del san Gerardo affidato ad Infrastrutture Lombarde, braccio operativo di Regione Lombardia. Nel valzer dei manager della sanità lombarda c’è un cambio di poltrona anche in Asl Monza e Brianza dove il direttore generale Pietrogino Pezzano lascia la sede di viale Elvezia per trasferirsi alla Asl 1 Milano.
Il suo posto è stato assegnato a Humberto Pontoni (in quota Lega), attuale direttore sanitario a Treviglio e già direttore sanitario a Vimercate. Per restare in ambito “MB” c’è un cambio al vertice anche all’azienda ospedaliera di Vimercate dove arriva Paolo Moroni (in quota Pdl) che lascia l’incarico di direttore sanitario a Garbagnate per essere promosso Dg al nuovo polo di Vimercate. Le nomine sono state decise giovedì scorso dalla giunta regionale su proposta del presidente Roberto Formigoni, di concerto con gli assessori regionali alla Sanità, Luciano Bresciani e alla Famiglia,Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli. Nella stessa seduta sono state varate le nomine dei direttori generali delle quindici aziende sanitarie locali, delle ventinove Aziende ospedaliere della Lombardia e dell’Areu,l’Azienda regionale emergenza e urgenza. Novità per il contratto dei nuovi direttori che non resteranno più in carica per tre anni, ma per cinque. In realtà è prevista una verifica degli obiettivi raggiunti a 18 mesi e una “ghigliottina” dopo tre anni. Se gli obiettivi saranno stati raggiunti il contratto sarà prolungato di altri due anni.
“Siamo soddisfatti- ha detto Formigoni- del lavoro che è stato fatto. Abbiamo voluto scegliere queste persone secondo un criterio di meritocrazia, cercando i migliori. I direttori, come prevede la legge, sono legati anche da un rapporto fiduciario perché devono tradurre in fatti le indicazioni che la Regione dà attraverso il Piano socio sanitario e gli altri documenti di programmazione”. “Ci siamo fatti interpreti – ha proseguito Formigoni – di una volontà diffusa per scegliere le persone migliori in coerenza con quello che abbiamo fatto in questi anni perché i risultati di eccellenza della sanità in Lombardia sono frutto del lavoro della Giunta e di chi è chiamato a collaborare con la Giunta come i direttori generali”.
Rosella Redaelli