Brianza, le dimensioni contanoLa Provincia è piccola per vivere

Questa volta per la Provincia di Monza sembra proprio finita. Non ha superato l'esame del Consiglio dei ministri che venerdì ha fissato i criteri che i territori dovranno rispettare per rimanere autonomi. Monza e Brianza non risponde ai numeri richiesti né per popolazione né per estensione. Se ne salvano 43 su 107.
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Monza – Questa volta per la Provincia di Monza sembra proprio finita. Non ha superato l’esame del Consiglio dei ministri che venerdì ha fissato i criteri che i territori dovranno rispettare per rimanere autonomi: dovranno avere almeno 350.000 abitanti ed estendersi su 2.500 chilometri quadrati, a fronte dei 3.000 inizialmente richiesti. Niente dare fare, dunque, per la Brianza che, con i suoi 450 chilometri quadrati, è tra gli enti più piccoli in Italia.
Con i nuovi paletti si salveranno solo 43 province su 107, di cui 10 saranno trasformate in città metropolitane il 1° gennaio 2014: ciò significa che il Governo, nella sua foga di tagliare, è andato ben oltre il dimezzamento che si era proposto qualche settimana fa.

In Lombardia sopravviveranno Brescia, che ha sempre avuto i requisiti domandati man mano, Pavia che arriva a 2.900 chilometri quadrati, ma ha 537.000 abitanti a fronte degli 850.000 della Brianza, e Bergamo con 2.722. Secondo qualche indiscrezione Mario Monti e la sua squadra potrebbero introdurre qualche deroga e graziare, ad esempio, i territori completamente montani quali Sondrio e Belluno.

Il destino di Monza e dintorni sembra quello di essere accorpato ad altre zone: le due soluzioni sul tavolo sono il ritorno con Milano o l’aggregazione con Como e e Lecco nella Grande Brianza, ipotesi che sembra piacere sia in via Grossi sia a parecchie forze sociali. Intanto c’è chi ha già fatto qualche conto: il nuovo ambito avrebbe a malapena la forza per ricevere il via libera da Monti in quanto si presenterebbe con una credenziale di 2.510 chilometri quadrati.

Il governo, secondo il presidente monzese Dario Allevi, ha usato la clava quando avrebbe dovuto maneggiare il bisturi. «Da un esecutivo di tecnici – aggiunge – ci si poteva aspettare qualcosa di diverso. Non si può trattare tutti allo stesso modo, equiparare chi ha amministrato bene a chi ha gestito male gli enti».

Lunedì a Verona, intanto, potrebbe nascere la “lobby del Nord” che potrebbe riunire le province di Veneto, Lombardia e Piemonte: «Rappresentiamo venti milioni di abitanti» aggiunge Allevi che fa capire che si attende che Roma sia meno sorda alle istanze che saranno presentate.
Monica Bonalumi