Besana, don Max dal pulpitosi scaglia contro la Lega Nord

Besana, don Max dal pulpitosi scaglia contro la Lega Nord

Besana – Da «prete ambrosiano che vuole bene al suo arcivescovo», questa mattina alla messa delle 9.30 in basilica e a quella delle 11 a Montesiro, don Massimo Donghi, referente della pastorale giovanile della Comunità di Santa Caterina di Besana, città governata da una coalizione di centrodestra e da un vicesindaco della Lega Nord, non le ha mandate a dire al Carroccio che nei giorni scorsi ha sferrato l’ennesimo attacco all’arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, per la sua predica sull’accoglienza dei migranti. «Ieri, festa del patrono della nostra diocesi – così don Massimo in apertura della predica in basilica – abbiamo avuto l’occasione di stare vicini al successore di sant’Ambrogio, il nostro arcivescovo. Vorrei rubare qualche minuto per esprimere da cattolico e da prete ambrosiano la mia solidarietà, la mia stima e il mio affetto al nostro cardinale che in questi giorni è stato maltrattato pesantemente da un giornale di partito, “La Padania” della Lega Nord, e da un ministro esponente di questo partito». Citando il titolo dell’articolo uscito domenica sul quotidiano del Carroccio, “La Padania”, e le esternazioni di lunedì del ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, per cui Tettamanzi non centrerebbe nulla con il suo territorio, don Max ha detto: «Forse il nostro onorevole ministro non sa che il nostro arcivescovo è un brianzolo, di Renate. E non sa che non fatica certo a stare in mezzo alla gente: è la critica che i suoi collaboratori gli rivolgono più spesso. Da un lato, quanto successo mi fa sorridere. Dall’altro mi fa arrabbiare e mi dispiace davvero. Se qualcuno tra i presenti si sente a disagio per quello che sto dicendo, vuol dire che è qui a celebrare un’Eucarestia, che è comunione con la Chiesa, non certo da cristiano. Ben venga la mozione per la difesa del Crocifisso (l’ordinanza sindacale di Besana è stata un caso nazionale e il don non ha mai negato di condividere lo spirito, nda), ma sarebbe bello che tutte le amministrazioni comunali facessero una mozione di solidarietà al nostro arcivescovo. La mia non è politica: ha solo espresso la mia solidarietà e la mia vicinanza al nostro vescovo. Sono consolato dalle parole che proprio lui ieri ha detto: “Sono sereno, in questo momento riscopro il dono della libertà che trova radice e forza nella responsabilità”. E poi, in replica all’affermazione di Calderoli: “Non so se c’è ne è un altro in così alto loco che stia così in mezzo alla gente”. Grazie cardinale, per l’esempio di grandezza spirituale, libertà evangelica e passione per la missionarietà che ci ha dato».

Alessandra Botto Rossa